http://inchiostrofusaedraghi.blogspot.it/2015/01/oltre-il-mio-universo-narrativo.html
Gli ultimi post fotografici vi hanno raccontato molto di me, del mio quotidiano, dei miei passatempi, e volendo leggere tra le righe c’è qualcosa di profondo sul mio sentire il mondo. I prossimi 3 o 4 pezzi prenderanno spunto dall’articolo che vedete linkato in alto. Voglio parlarvi anch’io di ciò che non scrivo, mettendolo in relazione con il mio “io”. O almeno ci provo, come provo – e qui scivolo di nuovo nel personale – a stare bene, come quando ieri, vedendo il mare, sono diventata euforica e ho iniziato ad agitarmi dicendo “io vado fino alla riva!” mentre eravamo ancora in auto. Stare bene è l’unico mio obiettivo per il 2015; rispetto alla salute, come mi ha fatto notare giustamente qualcuno, posso magari preservarla con uno stile di vita buono, ma non è un vero progetto, bensì un desiderio. Stare bene invece di anima significa trovare ciò che mi fa stare bene, sempre, e ricordarsi che il mio sorriso, e quindi benissimo la mia euforia di ieri, è la pace di mio padre: stare bene non significa affatto dimenticarlo, ma rendere felice anche lui.
Partiamo quindi con “ciò che non scrivo perché non mi interessa”. Un gruppo enorme di generi che non solo non scrivo, ma proprio manco leggo, e sia chiaro che non è un giudizio di merito, tutt’altro. Si collocano in questa categoria: horror, fantasy, fantascienza, saggi. Leggo talvolta, ma non mi verrebbe mai in mente di scrivere romanzi storici, io scrivo nel presente, terreno ben più sicuro dove mettere la penna.
Leggere, e ancor di più scrivere, è per me evasione, ma anche esercizio emotivo importante. Voglio ritrovarmi in ciò che leggo e voglio che i miei lettori si ritrovino nei miei testi. Trovo difficile che ciò si realizzi scrivendo di draghi o castellane.
Prossime puntate:
# Cose che vorrei tanto scrivere
# Cose che potrei anche scrivere
# Cose che non mi piacciono ma che scrivo lo stesso
Stay tuned! 😀 Buona settimana!
“Stare bene invece di anima significa trovare ciò che mi fa stare bene”
Sottoscrivo e ci metto la marca da bollo!
Sto sintonizzata per il seguito 😀
E io lo timbro per l’annullo filatelico 🙂
Provare a stare bene è anche il mio obiettivo 🙂
Il fantasy ha un gran seguito tra gli adolescenti, forse perché veicolato dal cinema, ma non riesco proprio ad appassionarmi al genere.
I’m tuned 🙂
@ Allora tutti alla Bolaffi per i francobolli “stare bene Yes we can!” li appiccichiamo ovunque e suggelliamo con un bacio. Grazie ragazze!!
Aspetto con piacere le prossime puntate!
E io aspetto te con piacere. Grazie!
“Cose che non mi piacciono ma che scrivo lo stesso” mi intriga un sacco!
Per il resto, da lettrice trovo che ogni genere abbia qualcosa da dire (ho in mente almeno un romanzo fantasy che secondo me ti piacerebbe) ho persino trovato belli dei racconti erotici, consigliatimi da un’amica.
Come autori, ognuno ha la sua vita e la sua voce. Come cercavo di spiegare, io vivo una vita che ha toni a volte surreali, a volte fatati, a volte sfasata nel tempo (scrivevo in un’altro blog che so indicare la strada per l’Aereopago di Atene meglio di quella per piazza Duomo) e quindi quella che viene comunemente definita “la realtà di tutti i giorni” non è che mi possa venire così naturale…
Concordo: tutti i generi hanno qualcosa da dire, e magari generi scansati fino a oggi potrebbero rivelare notevoli sorprese nella lettura, sulla scrittura in realtà convivo con mille paure.
Pur essendo una persona che conosce pochissimo il fantasy, non concordo sul fatto che non ci si possa rispecchiare anche in storie di draghi e castellane. Le emozioni dei personaggi e le dinamiche relazionali sono universali: qualunque lettore più immedesimarsi. La mia tesi triennale parlava proprio di questo: il “realismo emozionale” è ciò che sancisce il successo di certi generi e consente a Beautiful di essere in televisione da circa 30 anni 🙂
Adoro Harry Potter e mi sono immedesimata nelle dinamiche con i compagni di classe certo, ma dubito di poterne scrivere con cognizione di causa. Le grosse serie TV scatenano quell’affezionarsi ai personaggi tra l’altro di cui abbiamo parlato al corso di tecniche narrative. In ultima analisi la narrativa non è una scienza esatta, tutto può essere smentito, personalizzato e stravolto. Grazie per la tua testimonianza.
Ci assomigliamo molto Sandra! Grazie per questo post, mi sono sentita capita, come se parlassi ad un’amica. Aspetto gli altri post con trepidazione 🙂
Ma santa polenta che bello che mi dici così.