La mia vita si è spesso incagliata nelle attese, come quella di tutti, forse, a me pare un pelino di più. Ma le attese sono di due tipi: quelle con una scadenza certa, esempio banale aspetto la fine della scuola, Natale, di sposarmi, be’ un giorno c’è.
Per il matrimonio ovvio, intendo dopo aver fissato la data, altrimenti se magari si è single diventa l’attesa uh del principe azzurro uh. Non divaghiamo. Poi c’è l’attesa maledetta che non si sa quanto durerà. La graticola, la “a breve” che alla fine non vuol dire un cazzo niente, perché se per me a breve significa massimo 24 ore, per il resto del mondo il tempo del disgelo. Sta roba vi dico mi manda a male e mi sembra profondamente ingiusta, per non dire che vanifica sforzi di vario genere, perché trasforma tutto in un pantano.
Però non è questo il caso di oggi. Il 7 novembre CBM mi consegnerà Non è possibile con la valutazione, le note, le rogne (speriamo poche), insomma il suo prezioso lavoro. Pare ovvio che non avremo altre puntate di Genesi fino ad allora.
Un mese, un mese è poco, un mese è la metà del tempo previsto dall’agenzia di CBM e io la ringrazio per aver dimezzato lo stallo. Fatemi guardare il calendario: dunque, dunque, dunque lunedì, con l’8 e il 9 ancora di part time per magari lavorarci su. Ottimo.
Conosco le attese che scaldano la pelle e martellano i pensieri.
E non serve a molto dire: non pensarci su.
Tutto ciò che posso dirti è: incrocio le dita insieme a te.
Un abbraccio.
Sai, caro, questo è un responso comunque vada buono. CBM mi conosce, sa come tirare fuori il meglio e sa su cosa farmi lavorare, non sarà mai una stroncatura tipo “butta tutto”, magari un lavoro lungo, come per Le affinità (non credo, qui non è scesa in campo l’autobiografia che complica tutto), ma comunque fattibile e anzi proprio bello da fare, perché io adoro lavorare dietro il suo frustino.
è proprio vero che la misura del tempo è una cosa molto soggettiva!
se è un mese di ferie è sempre poco, se è un mese lavorativo pesante è come se durasse anni…
siamo con te in sala d’attesa, quelle belle e rare sale con piante, riviste e tisane, che portano SOLO a qualcosa di buono! 🙂
Questa sala d’attesa è bellissima perché entra solo gente simpatica, l’accento bolognese è gradito 😀
Meglio le scadenze certe, che incerte. Questa è certa, che sia il 7 o qualche giorno dopo, sai che è in arrivo. Il peggio è quando non ti rispondono affatto. L’incertezza genera indecisione, l’indecisione genera rumore mentale, che è uno spreco inutile di energie.
Quando non rispondono affatto: ecco, gli editori che hanno ricevuto Figlia dei fiordi, tanto per dirne una! 😀
E aspettiamo! 😉
non abbiamo alternative, però ci metterei la firma se tutte le attese fossero così!
Io sono un’ impaziente nata. Infatti, sono venuta al mondo prima della data perché avevo fretta. 😜 Quindi, ti capisco. Mia nonna era l’unica che riusciva a tranquillizzarmi. Mi diceva sempre: iaretta, il tempo va sempre avanti. Arriverà o finirà, la conclusione dipendeva dalle circostanze. Dico lo stesso, a te: arriverà. Bacioni cara. 😃
Anch’io settimina! 😀
La pazienza non è il mio forte e il gioco dell’attesa mi snerva!
Mediamente paziente esco snervata comunque da sti giri di attese e continuo a guardare il calendario.