Uno che non so chi sia

Adoro questa ciotola. Il cibo sembra persino più gustoso e l’acqua più fresca qua dentro. Penso arrivi dal signore delle crocchette, quello lì che deve per forza essere la causa di quegli occhioni da dalmata della mia Juliette. Una forchettata e uno sguardo al lampadario, di sto passo finirà a mezzanotte. Abbaio per farle capire che non mi spiacerebbe un salto fuori, poco dopo eccola lì: cappotto e guinzaglio, la catenella è solo di scorta, in caso passi qualche rompi scatole poco dog friendly, come si dice oggi. Io sono piccola e abbaio di rado, e poi qui mi conoscono tutti, ma in caso qualcuno rogni be’, me lo infila al collo e le trotterello accanto, altrimenti, come ora, scorrazzo giocosa nell’area cani nel parco che è piccino e si gira in un attimo e poi andiamo verso la zona delle case a graticcio, qui sono quasi tutte così ma dove Juliette ha il negozio c’è una concentrazione fantastica e a me piace proprio girare intorno a quelle case fingendo di perdermi con Juliette che dice “Musette, non fare la sciocchina, vieni qui!” Ma è soltanto un gioco tra noi; in realtà lei sa bene dove sono e io so alla perfezione che lei mi aspetta dietro l’angolo e si finge sorpresa quando mi rivede. Faccio così anche ora ma invece di trovarla accucciata a ridere e dire “Musette, sei sempre la solita adorabile sciocchina!” dà le spalle al muro dietro il quale io sbucherò, così non può vedermi, mi vede invece il signore che sta parlando con lei e, di sicuro, non è il tizio della ciotola e delle crocchette; se fosse lui infatti ora, incontrandomi per la prima volta, direbbe di certo qualcosa di tenero nei miei confronti, forse addirittura mi accarezzerebbe il pelo e farebbe pat pat tra le orecchie. Invece niente. Ma da come sento ridere Juliette e dire “Oh, Pierre, avete detto una cosa tanto buffa, non vi facevo così giocherellone!” capisco che qualcosa non va, e la sensazione non mi piace affatto. Dov’è il signore delle crocchette? Cosa c’entra questo qui con noi? Punto le zampette al selciato e ringhio annusando il bordo dei calzoni di questo Pierre. Se Juliette fosse in sé mi sgriderebbe, ma non lo fa, non dice nulla, lascia che io mi consumi i denti digrignando e che la sera diventi quasi notte, lì a ridere con uno che non so chi sia.000971

PS. Domani riprendo a lavorare e il ritmo dei post subirà un rallentamento. Come ha scritto Giulia commentando il post precedente (pubblico qui e vado a rispondere) è difficile starmi dietro, lo so ♥. Devo riordinare gli appunti presi ieri a un evento privato riservato a blogger e giornalisti, per l’uscita di un romanzo. E’ stato assolutamente entusiasmante e voglio dedicargli il tempo che merita- Un bacione.

9 pensieri su “Uno che non so chi sia

  1. Bella Musette! Finirò col volere un cane stavolta?!
    ….ah si, infatti mi pareva di aver riconosciuto occhiali e capelli -assolutamentedrittissimidopoiltrattamento- nelle foto di CBM 😉

    • No, ti prego in quelle foto sono orrenda: spalle incassate, labbra ridotte a una riga. Reggono solo i capelli, lavati in casa per giunta. Pazienza, non era un concorso di bellezza dopo tutto.
      Se non abitassi in un appartamento il cane l’avrei di sicuro.

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