Non ho neanche scritto il post di Benvenuto Dicembre, un mese così amato da queste parti! E siamo già al 3, sera. Ho spuntato qualche rogna/incombenza, ma non la principale, quella del bagno: il muratore non è disponibile ed è quindi rimandato al 2018, spero gennaio. Io e l’Orso ci siamo ritrovati con due tranvate lavorative, la sua ben più grossa, ma anche la mia è una bella tegola. Cose che puoi solo accettare, ma che rabbia certe decisioni.
E’ arrivato il freddo vero, ma non la neve prevista, almeno qui e in Bassa Valtellina dove siamo stati ieri per le solite operazioni di chiusura casa in vista dell’inverno, che in effetti è qui. E chi vede le mie foto su whatsApp sa che ci sto dando dentro a comprare regali (abbiamo anche qualche compleanno dicembrino) praticamente ho finito! Mi mancano soltanto due cosine per mia suocera: le facciamo un cesto di prodotti tipici e devo aggiungere il caffè di una torrefazione che le piace, ma è di strada per cui basterà un salto quando sono in quella zona, cioè spesso, e poi penso di mettere il grana che va sempre bene. Gli altri tutti presi. Per mia mamma ho scelto Il cofanetto con la trilogia della pianura, e per il compleanno della nipotina due volumi di Fantasmagorica Dory consigliati dall’ambulante senegalese che mi ha riconosciuta fuori da Garabombo perché anche lo scorso anno avevo comprato un libro da lui. Devo dire che mi ha fatto proprio piacere ritrovarlo con il suo saluto affettuoso. (Si noti che il blog è tornato a funzionare come si deve con i link, senza alcun intervento). Sono molto soddisfatta dei miei acquisti perché sono tutte cose pensate, anche se spesso, ma non per tutti, mi affido ai soliti articoli: Occitane, cioccolati e biscotti solidali, vado sul sicuro. Non manca un pensierino nataloso spiritoso per la twin che ama cucinare e ospiterà un po’ di gente in montagna per il pranzo del 25.
Noi non so ancora cosa faremo, c’è tutto un tetris organizzativo familiare nel quale immagino anche voi potrete specchiarvi. Queste cose purtroppo portano con sé l’aspetto triste delle feste. Lo dico ogni anno: Natale amplifica. Così vuoti, assenze e mancanze diventano enormi; io in questo giorni li sto patendo parecchio. Mi anniento dietro allo shopping, le luci del centro e i dolci – sperando che lo stomaco regga – e mi ripeto che Natale con l’Orso marito è proprio bello, ma a volte non mi basta.
Mercoledì torno al lavoro, ma poi abbiamo S. Ambrogio e L’Immacolata che quest’anno cadono a meraviglia e potrò ributtarmi sotto il piumone danese senza sveglia e godere un sacco del fatto che ahahah 😀 ho comprato tutti i regali e potrò quindi evitare la frenesia caotica che crescerà in maniera esponenziale in quei giorni, oggi infatti si girava ancora piuttosto bene. Mentre l’agenda si riempie piano piano di incontri, cene, aperitivi per fare gli auguri agli amici, gli hobby creativi quest’anno esercitano un fascino un po’ scarso, tanto che ho messo insieme qualche bigliettino stamane e considero chiusa la partita.
Concludo questa cronaca abbastanza inutile con la stupefacente performance di Jennifer Jones che per il Calendario dell’Avvento di Buck e il terremoto ha letto l’incipit del mio racconto Carlotta, da brivido. Fossi in voi cliccherei.
Sono qui che lavoro e perciò mi concedo di leggere per prima il tuo post. 🙂
L’anno scorso ho fatto i salti mortali per ricucire un Natale in famiglia, quest’anno ho troppi motivi per grinchizzarmi… ho preso solo un regalo al momento, prendendo l’occasione del black friday (anche se poi l’ho pagato il giusto, stavano tenendo i prezzi alti da settembre apposta per ribassarli quel venerdì). Non ho voglia di decorazioni, di alberi, di stelle e palline, di luci, di rosso e neve, figurarsi poi il presepe… lavoro che ogni anno spettava a me, che ogni anno mi veniva detto “fa lo stesso, cosa perdi tempo, cosa serve” e così quest’anno abdico. Tra sovraccarico di lavoro e amare sorprese che subisco lateralmente, salterei direttamente a Pasqua, con chi vuoi.
Io sono quella che si fa pure Pasqua in famiglia perché mi dispiace se le mamme stanno sole, entrambe vedove, mia sorella sempre via, il fratello di Emanuele non si sa, siamo sempre noi due!
Se manca qualcuno, che c’era e non c’è più, o che vorremmo che ci fosse e non è ancora stato, Natale può essere un momento difficile. Ma se pensiamo a chi c’è, chi è con noi ogni giorno, non solo a Natale, ci accorgiamo che non abbiamo bisogno di altro. Chissà com’è bello questo periodo in Bassa Valtellina….
In Bassa Valle è meglio l’autunno, ottobre è stupendo, ieri alla fine è stato toccata e fuga, la casa è gelida (fa più freddo lì che fuori) e abbiamo fatto in frettissima con antigelo, togliere le tende ecc. ecco, magari col buio e le luci natalizie sì, ma così era tutto un po’ spoglio.
Il fatto è che dicembre in casa mia lo hanno sempre detestato tutti, tranne me. I miei genitori lo consideravano un mese pieno di matti costretti a comprare e correre per stare al passo. Io invece lo amo, mi piace preparare con calma e per tempo i regali per chi amo, dedicarmi all’impacchettamento, cucinare, fare con mia mamma i biscotti, scrivere i biglietti…
In realtà nella mia sfera di cristallo ho visto che avrai un magico Natale, con l’orso, tutto ciò che vorrai e la certezza di essere la bella persona che sei e che soprattutto c’è.
Ps. E l’idraulico quando viene gli passi il mio numero così magari prima o poi sistemo anche io.
Ohhhh la sfera di cristallo di Nadia! Ma grazie per le tue parole. Ti saprò dire come andrà. E per l’idraulico io glielo dico, eh.
E io aspetto, tanto ormai anno più anno meno. Vedrai vedrai, Natale si riempirà di quel che darai e se amore sarà…
Ahia, i regali! Amo farli, più che riceverli, ma andare dietro ai gusti delle persone mi stressa un po’ e anche in giro per negozi. 😰
Quest’anno libri per nipoti (graditi o meno, li rifilo sempre) e per gli adulti mi basta entrare da “Castroni” (a Roma è famosissimo), un negozio dove vendono ogni genere di spezie, tutti i tipi di caffè e tè e altre sfizioserie gastronomiche: impacchetto confezioni per tutti e sono a posto. 😉
Questo Castroni sembra davvero interessante, faranno quelle confezioni bellissime per Natale, da perderci la testa e il portafoglio. Sulla consegna hai ragione, è un po’ stressante incastrare gli impegni di tutti e organizzarsi.
Ma verrete a Milano?
Ho sempre adorato il Natale: lucine, regali, atmosfera. Piazza Navona piena di bancarelle, almeno fino a qualche anno fa. Il periodo dell’anno preferito per me e per mamma.
Solo che questo sarà il primo Natale senza di lei. E salterei volentieri a gennaio…
Roma sotto Natale non l’ho mai vista e mi riprometto di farlo. Magari l’anno prossimo, che poi mio marito ha parenti trasteverini doc.
Mi spiace cara Eleonora e capisco bene ciò che dici, il primo Natale senza un genitore è tremendo, strazio vero, poi no, in realtà non ci si abitua, c’è sempre quel posto vuoto a tavola, ma il primo porta con sé il terrore dell’incognita, quell’assenza che non sai se potrai gestire nel tuo cuore. Ti abbraccio fortissimo.
Il punto è che noi figli crediamo che i nostri genitori siano immortali, così quando vengono a mancare subiamo un doppio shock. In tempi recente mi coccolo mia mamma, anche se lei è un po’ burbera, non ama molto le smancerie. Noi ci si vede prestissimo!
Sì, perché ci sono sempre stati. Ti scrivo una mail adesso. Bacione