Sono una persona fortunatissima

Sono giorni un pochino strani. Fa freddissimo e lo patisco parecchio per la posizione dell’ufficio, per cui è necessario percorrere un tunnel gelido per accedere a qualsiasi luogo: toilette, macchinetta caffè, mensa, altri uffici. Ho un problema a un orecchio che ha richiesto una visita urgente dall’otorino, una cura costosa, esami strumentali e un controllo prenotato privatamente perché altrimenti si andava a maggio. Se vogliamo pensare a un’immagine quasi poetica e di sicuro potente, vi racconto che c’era una Sandrina all’asilo con otiti perenni che nessun medico riusciva a curare, tanto che rincasava sempre con una macchia incrostata sulla spalla del grembiule da tanto l’orecchio spurgava e colava. Un’estate suo nonno di fronte all’ennesimo mal d’orecchio la caricò in auto e la portò dall’altra parte della Valle, oggi le due valli sono collegate da una galleria ma all’epoca bisognava fare un giro più lungo, attraversando un ponte con le sponde bianche e nere e da quel medico toccò tornarci più volte, e ogni volta Sandrina alla vista del ponte bianco e nero cominciava a tremare, perché sapeva che l’ambulatorio si avvicinava e il dottore le avrebbe fatto malissimo cacciandole un robo nell’orecchio. Ma la guarì.

Solo che le mie orecchie poi hanno subito un sacco di altri assalti di raffreddori mal curati e sa il diavolo cosa per cui ogni tanto un giro dall’otorino è una sorta di prassi, tipo questa storica volta quando poi dovetti prendere addirittura il cortisone.

Non volevo fare il post sulle orecchie. Volevo dirvi che ho ripreso a sognare. Che voi mi avete sgridata quando ho pubblicato il post con desideri e progetti per il 2019 e non avevo lasciato spazio per i sogni ma non era del tutto vero, era solo che in quel momento mi pareva giusto essere concreta. E anche più efficace. Tanto la vita se vuole offrirti un’altalena per il sogno non chiede il permesso e quando capita uno ci sale volentieri e si lascia dondolare; deve solo muovere le gambe adeguatamente e si va su, ma ci sono persone molto care che mi spingono con piccoli e tenaci colpetti e così volo ancora più in alto.  Anche io, come Tenar sto scrivendo una, anzi due, eh sì due in contemporanea, Graphic Novel, le illustrazioni sono sempre di Roberto Ghizzo che, bontà sua, ha frequentato l’Accademia del fumetto a Siena, e mi vuole ancora diciamo come sceneggiatrice. Adoro lavorare con lui, e l’intera faccenda mi sta entusiasmando molto, ma il sogno di cui vi accennavo sopra riguarda in realtà il romance che è approdato in un luogo dove non oso sperare possa fare breccia. Stasera mentre mi toglievo il maglione, uno di quel bracciali africani della fortuna, sapete quelli di fili colorati, che indossavo da oltre 6 anni (comprato fuori dall’acquario di Genova) si è rotto e sfilato. La tradizione vuole che quando accade bisogna gettarlo in un corso d’acqua, è sufficiente un lavandino, lanciandolo alle spalle esprimendo un desiderio.

L’ho fatto. Per una volta ho scelto (parola dell’anno) un desiderio egoista, io di solito sto lì a pensare “che mia mamma non abbia più rogne mediche” e simili, ma oggi mi sono soffermata un attimo su tutti i lavori che ho in ballo che come dice CBM – vista di recente (festa yeeeeh!) – l’importante è fare e io faccio fin troppo, e espresso il desiderio “che vada bene il romance, e magari anche qualcos’altro.”

un figlio da lontano - pagina 01 (2)

La tipetta lassù si chiama Giulia e la sua vita sta cambiando

Sto scrivendo un post senza capo né coda (e molte orecchie); volevo anche dirvi che ho paura, ho paura di questa Italia che trasferisce all’improvviso e non si sa neppure dove i richiedenti asilo che si stavano integrando, bambini che andavano a scuola, separati dai loro compagnetti. E lo scrivo mentre ascolto in Tv Liliana Segre – una donna straordinaria – che ricorda come fu espulsa dalla Svizzera col padre, quando tentò anche lei di chiedere asilo per scampare e scappare dai rastrellamenti. Mancano solo 4 giorni alla Giornata della Memoria, mi guardo in giro e vedo echi razzisti in ogni angolo, e gente che approva e applaude.

Sono una persona fortunatissima, che può desiderare una pubblicazione di un certo livello per le proprie opere, e se anche ciò non dovesse accadere rimarrebbe fortunatissima ugualmente, perché c’è chi ha solo l’urgente necessità solo di una collocazione come desiderio. E Liliana Segre non si perdona di non aver salutato almeno chiamandola per nome la sua compagna in fabbrica, Janine, quando fu mandata alla camera a gas, no, Liliana non disse nulla, fredda e decisa a non amare più nessuno. Non si perdona, lei, di questo.

Ma quanto devono farsi perdonare altri?

E’ tardi, ora che compio le operazioni naso-orecchie pre notte, con 4 farmaci differenti, passa un altro po’ 😀 in Tv lo straziante e lucido racconto di Liliana Segre continua e accompagna questo tempo di cronache che non vorrei leggere, dove c’è sempre un diverso da mettere all’angolo con la prepotenza di chi li vuole nemici.

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17 pensieri su “Sono una persona fortunatissima

  1. Nonostante mi renda conto di quanto sia importante non dimenticare io evito il più possibile in questo periodo di ricordare. Dopo l’immersione nelle Assaggiatrici che ho da poco terminato, quel brutto periodo, eufemismo puro, mi mette l’angoscia. Ma è impossibile far finta di nulla.
    Invece la storia delle tue orecchie al solito mi ha stretto il cuore e spero davvero sia arrivata al suo ultimo capitolo. Si tratta di dolori che non oso nemmeno immaginare che tormentano una parte delicata.
    Per fortuna si è slacciato il bracciale e ora i sogni possono realizzarsi ✨

  2. Oibò, non ci crederai, ma pure io soffrivo di otiti, anche se il mio problema partiva dal naso (che aveva sbattuto contro un termosifone in ghisa, dopo un volo di 21 scalini, cosa vuoi…) E ricordo il terrore quando, nell’infilarmi il robo infernale nell’orecchio, mi dissero che c’era un biscione grande, che era quello che si muoveva e mi faceva male, e dovevano togliermelo. (Una bella storia da raccontare ai bambini eh!) Ancora adesso ogni raffreddore finisce per attaccarmi le orecchie e devo farmi più aerosol di un neonato. Insomma, pure questa abbiamo in comune! 🙂

  3. Ho seguito anch’io ieri sera il programma in TV, Liliana Segre mi ha conquistata anche con il suo libro La memoria rende liberi, è un racconto lucido è straziante di quello che ha vissuto, ma è anche molto di più, racconta il periodo precedente al lager, quando l’Italia cominciò con le leggi razziali a emarginare gli ebrei, soprattutto questa parte fa venire i brividi, perché ci si rende conto di come un’intera società si voltò dall’altra parte nell’indifferenza. Oggi rischiamo di fare altrettanto…
    L’otite è dolorosissima oibò, ti auguro di guarire presto in bocca al lupo (grande il nonno di Sandrina!).

  4. @ Barbara, be’ il tuo incontro ravvicinato col termosifone deve essere stato piuttosto potente, io odio gli aerosol, perché in una delle tante otiti mi hanno peggiorato la situazione, ora solo lavaggi nasali, se me lo propongo rifiuto,
    @ Nadia, occorre una certa freddezza per assistere a programmi/leggere sull’olocausto, ma dopo essere stata ad Auschwitz riesco a farlo con una voglia partecipativa, ma angoscio sì, ma urlo il monito affinché non si ripeta
    @ Giulia, anche tu davanti alla Tv, molto interessante questa narrazione della Segre e anche dell’altra signora meno nota Lia Levi se ben ricordo il nome. La loro pacatezza e assenza di rabbia è qualcosa che trascende l’odio che dilaga e loro sì che avrebbero motivi per odiare.
    PS. Eh sì, questa volta è Giulia.

  5. Questo post è pieno di cose molto belle e sentite, la Segre l’ho sentita anche io, è davvero potente, e ci ricorda di giorno in giorno, come dici tu, quanto siamo fortunate. Spero tanto che i tuoi sogni e desideri si avverino, proprio come vuoi tu!

    • Grazie davvero. Ieri sera mi sono messa lì sul divano con l’idea di scrivere un post, pc sulle ginocchia e poi be’ poi Liliana Segre mi ha rapita ed è uscito questo post un po’ minestrone ma come dici tu sentito. Grazie per averlo colto e per il tifo.

  6. Beata te, Sandra, che riesci a scrivere un post così, guardando la Tv e mezza dolorante. Io non vi riuscirei male. Sono i giorni della Memoria, aiutiamo i giovani a non dimenticare mai Complimenti e in bocca al lupo per i tuoi numerosi progetti;)

    • Mah, cara, ieri sera non ero dolorante, la cura super potente sta già facendo effetto, comunque sì, sono abbastanza schizzata 😀 il 27 scriverò un post come ogni anno. Intanto grazie per gli auguri, vedremo.

  7. Arrivo tardi, ma ho apprezzato il tuo post-minestrone.
    Si, sei fortunata, per la tua energia vitale, per la curisoità intellettuale, la creatività, la capacità di ascolto e la voglia di fare. Ti auguro i migliori risultati, che sicuramente arriveranno.
    Credo che la capacità di usare in autonomia il proprio cervello, con i vari accessori ( capacità critica, senso della memoria ) sia esattamente ciò che scarseggia in giro: è così facile seguire la corrente, al massimo schiacciare qualche tasto sul pc e sentirsi protagonisti!
    Segnalo un film visto in tv, ” La signora dello zoo di Varsavia” tratto dalla storia vera di due conugi, custodi dello zoo di Varsavia, che dopo l’invasione della Polonia da parte dei nazisti, utilizzarono i sotterranei dello zoo per nascondere ebrei e farli poi scappare. Riuscirono a salvare più di 200 persone, rischiando la loro vita e quella dei loro figli bambini. A guerra finita veranno poi nominati giusti di Israele.Vedere ricostruita, sia pure nella finzione, la disperazione del ghetto di Varsavia e la violenza brutale della presecusione è stato un cazzotto nello stomaco.
    PS guarisci presto!

    • Grazie, grazie grazie per tutto. Suggerimenti filmeschi, ottimi direi, auguri per la pronta guarigione (sto molto meglio), e le parole che dici all’inizio del post e curiosità intellettuale mi piace moltissimo. In effetti l’omologazione che è appiattimento ha fatto deragliare i cervelli.

  8. Al netto del mal d’orecchie, è un posto che fa bene leggere, perché trasmette la tua stessa voglia di sognare, sia letterariamente, sia in un’Italia diversa. Anch’io vedo tante cose che non mi piacciono e a folte fatico a trovare dei pensieri positivi per controbilanciare.

  9. MI assento un attimo e ricominci a sognare. Non sarò mica io il tiuo problema? a Seegre è un patrimonio dell’umanità in un paese in cui la disumanità è imperante. Grazie Sandra per queste parole così semplici eppure così ricche di speranza. Copriti bene le orecchie e corri incontro al tuo successo.
    Una graphic Novel è tanta robaa, il resto arriverà. Tu maniteniti salda.
    Baci

    • Che bello questo commento, Elena, ci sentiamo presto. Sono salda, ma in questi giorni i sogni mi fanno luccicare e spero tanto di non dovermene pentire. Baci a te.

  10. Prima di tutto in bocca al lupo per i tuoi sogni, ché continuare a sognare è la cosa più bella che ci possa capitare.
    I primi due libri che ho letto nel 2019 sono stati Il bambino con il pigiama a righe e Nel mare ci sono i coccodrilli. Incredibili le assonanze che ho trovato in due libri così apparentemente lontani. Quindi, sì, mi associo alla tua preoccupazione su questo tema.
    Quanto alle orecchie, convengo con te sul fatto che l’aerosol non sempre è adatto. A mio figlio la pediatra lo vietò, perché – mi disse – in certi casi spinge il catarro dal naso verso le orecchie e peggiora decisamente la situazione.

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