Ho scelto di celebrare la Festa del 1 maggio con un mio racconto leggero, che parla di un’azienda ideale (probabilmente impossibile da trovare nella realtà) e ha pennellate di rosa con un finale aperto. Sono tuttavia consapevole che oggi sia doveroso puntare il faro su altro: sulla mancanza del lavoro, sullo sfruttamento, sui troppi morti che ci tocca piangere. I numeri degli incidenti sul lavoro sono facilmente reperibili in rete: troppo alti e in aumento rispetto agli anni precedenti.
Comunque, seppure col cuore pesante, Buon 1° Maggio e Buona lettura
Quando varco la porta a vetri dell’azienda mi ricordo che oggi è il Pet Day. Sarebbe più appropriato dire che me ne rendo conto, perché i colleghi che stanno rientrando dalla pausa pranzo hanno quasi tutti tra le mani una gabbietta con un piccolo animale o un cane al guinzaglio. Un gatto tigrato salta sui gradini dell’ingresso, il Pet Day è sempre fonte di allegria e significa tra l’altro che rivedrò Gilberto, il meticcio del direttore marketing e Fluffy, il coniglio nano del ragionier Albanesi, ma la giornata potrebbe rivelare qualche sorpresa. Intanto un grosso molosso pare si sia invaghito del risvolto dei miei pantaloni, lo guardo mentre Ornella, la proprietaria nonché impiegata nell’ufficio legale, cerca di tirarlo via.
“Scusami Carlotta, ce l’ho da poco e ho pensato di portarlo oggi, ma forse non è stata una buona idea. Whisky, smettila!”
Whisky però non la smette e attacca a ringhiare. Mi allontano decisa a non farmi sbranare.
Il Pet Day è il risultato di una politica aziendale rivoluzionaria, uno dei risultati perché ci sono un sacco di Qualcosa Day. Due anni fa dopo la ristrutturazione, quella che mi è costata mezzo posto di lavoro, molti cervelli sopraffini se ne sono andati: normale, erano stufi di essere trattati come degli imbecilli, di subire tagli di bonus e di venire vessati di continuo da un branco di incapaci. Le cose si sono messe male su serio, il malcontento dilagava e gli ordini scarseggiavano, un paio di dimissioni celebri e la barca ha cominciato a fare acqua da più parti. La direzione allo sbando continuava con quella linea suicida, ma grazie a Dio quello che seguì fu un cambio di rotta importante. Hans Verkojen, il nuovo presidente arrivato dalla casa madre olandese, tenne un discorso molto conciso subito dopo pranzo, quando fummo tutti convocati, il silenzio assoluto tipico dei momenti storici faceva vibrare i vetri, più di un coro alpino.
“Le mucche felici, e le mucche olandesi sono famose, fanno più latte. Vogliamo impiegati felici e i conti a posto, in questo momento non abbiano qui né uno né l’altro. Porre rimedio a questa situazione è il nostro obiettivo. Buon lavoro a tutti.”
Essere paragonati alle mucche non fece piacere a nessuno, ma personalmente presi per buono il messaggio di fondo e apprezzai i cambiamenti che da quel giorno vennero messi in atto dalla nuova dirigenza. Il Pet Day è tra questi, una flessibilità di orari che ha ridotto drasticamente i permessi e le assenze, e l’asilo nido interno sono realtà concrete che hanno alzato l’asticella del buon umore un po’ tra tutti.
“Miss Bamberga, please come here!” Hans Verkojen viene in Italia regolarmente e pronuncia il mio nome in maniera assai buffa, ma tutto sommato corretta. Sono abituata a sentirmi chiamare Stamberga e la cosa capirete che non è piacevole per niente. In questo momento mi sta chiamando con l’interfono, premo il tasto e rispondo che arriverò immediately. Un collega ritardatario entra in quel momento con un minuscolo gatto bianco e nero tra le braccia. Non ho tempo per baloccarmici, devo precipitami dal boss, che non ama aspettare, così, a malincuore, gli do giusto una grattatina tra le orecchie senza fermarmi.
Gli occhi grigi come la strada del presidente mi fissano. Hans Verkojen ha i capelli rossi come i miei, e questi occhi spaziali e magnetici che mi mettono sempre a disagio.
“Suo surname molto strano.” Alterna inglese e italiano ma non manca mai di ripetermi che il mio cognome è strano. Lo so. Poi mi racconta il motivo per cui mi ha chiamata: il suo furetto si è infilato in quella maledetta intercapedine tra la libreria e il muro, un muro storto che ha creato un pertugio assai invitante per i furetti che si muovono abilmente in spazi angusti e si divertono un sacco a farlo.
“Forse la tua mano sottile può tirarlo fuori?” Guardo con simpatia gli avambracci di Hans Verkojen che, giustamente adeguati al corpo massiccio di quell’omone che sfiora i due metri, giammai potrebbero recuperare l’animaletto i cui occhi vispi mi guardano dal fondo della trappola con simpatia.
“Molto docile.” Mi spiega Hans forse pensando che io possa averne paura.
“Miss Bamberga is not afraid.” Lo rassicuro e riacciuffo l’animaletto. Quando glielo porgo mi accorgo di tremare.
Ha vinto una atavica paura che non credeva di avere per i furetti?
Carino questo racconto e questo pet day. Mi immagino nella realtà chi arriva con il rettile intorno al collo e con il criceto nella palla rotolante… e rido! Io ovviamente mi aggiungo con il mio gattone al guinzaglio anche se ho visto in rete uno zaino con oblò per portare i gatti in giro che mi fa gola.
Mi piace questo brio, mi piace sempre moltissimo leggerti. Ah, buon primo maggio.
Grazie, sempre gentilissima. E per lo zaino con oblò, bella idea da inserire nel racconto. Passa una buona giornata, Nadia.
😘 altrettanto a te!
Gentile Hans, per un attimo ho pensato al peggio, che l’avesse chiamata per altro. Forse la cronaca nerissima di questi giorni mi ha condizionato. Meno male che è finita bene.
Felice di essere riuscita a creare una micro suspanse con la chiamata del boss.
Le cronache nerissime di questi giorni su più fronti mi agitano parecchio, non c’entra col lavoro ma il caso di Manduria è troppo oltre ogni limite. Un abbraccio
Whisky… capelli rossi… occhi grigi magnetici… omone che sfiora i due metri… ma siamo proprio proprio sicuri che è olandese?! 😀
Grazie. Lo prendo come un augurio. Maggio è qui (e ho troppe altre cose per pensare ai lavoratori… ma sono d’accordo con te su tutto).
Bello che tu lo prenda come auspicio. Maggio Maggio MAY DAY MAY DAY. Ci siamo! Belli carichi!
May Day si, mayday anche no! 😀
Ho adorato questo pezzo! Sul 1° Maggio mi sono resa conto di essere tanto ignorante, cercherò di rimediare.
Eh lo so, sul pezzo eh (tutto merito di Bram) non sul 1 ° Maggio. Il brano l’ho leggermente modificato per renderlo più fruibile a chi nulla sa dell’intera storia.
Io il furetto non l’avrei preso di certo!!! Bello il tuo racconto.
ahahah, no be’ a me il furetto non fa senso per niente. Ma sono cose molto personali e soggettive in effetti. Grazie!