Scrivere un YA

E’ anzi era da parecchio che non scrivevo nulla, nulla di nulla. Terminate le varie revisioni, in attesa di risposte, a parte buttar giù qualche abstract non avevo cominciato nessun nuovo romanzo, per il semplicissimo motivo che non mi erano venute idee. Temo che le logoranti lungaggini editoriali avessero il loro peso nel mio stallo. Mi andava anche bene, però il pensiero “Cosa scrivo a fare? Per avere un altro inedito nel pc?” è davvero poco creativo. In realtà avevo un gran bisogno di tornare a innamorarmi delle parole, di ogni singola azione concreta da affidare ai miei personaggi, di vederli crescere e prendere direzioni inaspettate. Tutto questo mi mancava in maniera pesante, volevo scrivere con l’ardore di non poterne fare a meno, di vedere scorrere le lancette implacabili, rubando il tempo al sonno, perdendo la possibilità di mangiare quei bei piatti che poi mi vanto di mettere su whatsApp cucinati con stupore da me medesima, ma scacciavo la sensazione con forza ogni qualvolta si affacciava, ricordandomi quanto fosse bello vivere una vita parallela nelle mie trame. Non fa niente.

Nel giro di pochi giorni ci sono stati tre flash interessanti su cui le mie sinapsi scrittorie si sono soffermate.

Ho terminato con piacere la lettura di Veronica c’è di Grazia Gironella. Ve lo consiglio di sicuro, nel link trovate anche la mia recensione a 4 stelle.

La mia agente mi ha parlato di un Young Adult per il quale sta aspettando il responso dall’editore dei miei sogni (siamo agli sgoccioli pure con quello, e queste cose emotivamente io le patisco un sacco) assieme al mio romance e mi ha detto: “di sicuro risponderanno prima per il YA perchè erano maggiormente interessati”.

In terza battuta ieri nel tardo pomeriggio mi sono vista per caso questo film che mi è piaciuto tantissimo e ho preso informazioni.

Insomma tre storie per ragazzi di cui due sicuramente godibili anche dagli adulti; del romanzo di cui mi ha accennato la mia agente non so nulla se non che è stato già pubblicato su wattpad (e che palle!)

Mi è così venuta una gran voglia di provare a scrivere un YA. Senza fretta, scadenze, ansie e menate varie, godendomi la traversata, ecco.

Ho cominciato ieri sera, era stata una giornata di stanchezza, e pensavo di non avere neppure la capacità di mettermi al pc, aprire una nuova pagina word e dare il via, invece mi è venuto facile. Il cuore della storia mi si era parato davanti nei giorni scorsi ora devo costruirci intorno un mondo e inanellare una serie di eventi e conflitti.

Anita, una tredicenne, la cui madre è morta quando aveva quattro anni di cui ovviamente ricorda poco, ha una normale vita da adolescente quando, mentre trascrive una ricetta su un quaderno che tiene a questo scopo, trova una pagina già scritta dopo l’ultimo piatto che aveva inserito. Pensa sia uno scherzo di una compagna ma si tratta di una lettera di sua madre, che a cadenza regolare comunicherà in questo modo con la figlia. Anita custodisce il diario e le emozioni di questo rapporto tanto singolare.

Il ricordo più nitido di sua madre era una collana formata da dischetti colorati simili a caramelle che lei chiamava “accobaleno”. Non era neppure certa che si trattasse di un vero ricordo, forse era una deformazione mentale per essersi soffermata di continuo davanti a quel ritratto appoggiato sulla scrivania di suo padre, dove la donna la teneva stretta al petto, mentre lei afferrava quel giro di perle piatte e multicolore con le manine paffute. Eppure le sembrava persino di poterle ancora sentire al tatto, lisce e di avere l’esatta percezione del clac clac che producevano quando sua mamma toglieva la collana e l’appoggiava sul comò in camera.

L’unica cosa che conta ora è aver ritrovato lo slancio. Scoprirmi ad andare avanti nella costruzione narrativa nella mia mente, mentre svuoto la lavastoviglie e faccio la doccia. Farmi domande a riguardo: “C’è bisogno di un compagno di classe affezionato?” Decisamente sì. E il padre? Si è risposato? Magari no, però ha una relazione stabile. Cose così.

Non sto andando dritta e filata come per La ragazza che ascoltava De Andrè per il banale motivo che quello l’ho cominciato ad agosto quando ero fresca e riposata dalla vacanze, ora sono cotta e ho continui cali di energia, ma è già un notevole risultato di cui sono contenta. E ora vado a preparare il pranzo della domenica, prima di ripiombare nei surgelati tipici di quanto la scrittura diventa prioritaria.

14 pensieri su “Scrivere un YA

  1. Tutti pensano che debba scrivere uno YA perché con gli YA lavoro tutti i giorni, ma, sarà per questo, una storia del genere non mi ha mai implorato di essere scritta. “Noi siamo infinito” è piaciuto molto anche a me. Mi piacciono molto quel genere di storie, che non rinunciano alla complessità, ma onestamente non so se riuscirei mai a scriverne una. Tu ti ci stai provando e ti invidio. Io sono in attesa di una storia che mi porti via. Forse perché ho davvero troppi inediti nel pc…

    • Ah, è piaciuto anche a te il film? Io penso di scaricarmi il libro, ho visto che c’è l’e-book. Ma sai queste cose “devi scrivere perchè lavori ecc.” non hanno tanto senso secondo me, come se la scrittura di Gialli fosse riservata ai poliziotti. Ci vuole competenza, certo, ma la scrittura non è mai una scienza esatta. Hai detto bene: ci sto provando, mica è detto che io possa riuscirci anche se piantare una stesura a metà è sempre traumatico e spero non accada. Sugli inediti sai che ci capiamo e confortiamo a vicenda, quando l’accumulo diventa emotivamente ingestibile.

  2. Grazie mille per la lettura e l’apprezzamento! Sono felice di avere indirettamente contribuito a soffiare sul fuoco della tua passione per la scrittura (che non è mai stata in dubbio, questo è certo). Quando sembra di camminare con i piedi nella pania (la colla per gli uccelli), la parola d’ordine per me è sempre “cambiare”. Magari va, magari non va, ma cosa ci perdi? Quando le acque smettono di stagnare, e ti godi il viaggio, va comunque bene. 🙂

    • Sentiti responsabile 😀 Ti dirò di più, ho comprato Noi siamo infinito, pensavo di scaricare l’ ebook, ma durante un giro in Mondadori stasera, ho deciso di soffermarmi su YA per dare un’occhata più che altro al linguaggio, su cui temo di scivolare, e il romanzo era lì in formato tascabile a soli 2 euro più del digitale.
      In effetti avevo decisamente bisogno di uno scossone, quindi grazie ancora!

  3. Devo ancora capire se gli YA – Young Adult sono scritti per Young, i giovani che vogliono sentirsi meno soli nel difficile periodo in cui ci si affaccia al mondo adulto, o per Adult, gli adulti che vogliono in qualche modo ricordare quello che sono stati, ripercorrendo le stesse emozioni.
    Fatto sta che ne leggo all’occasione e, credo, di scriverne (la serie di racconti di Halloween, la storia di Liam e Caitlyn, temo sia categorizzabile come YA o Fantasy YA).
    Però, non è meraviglioso l’entusiasmo di qualcosa di nuovo da scrivere?! 😉

    • Da quello che ho capito, non ci ho studiato tantissimo ma un po’ sì e ieri ho fatto un giro propedeutico in Mondadori, i lettori di riferimento sono i giovani ma piacciono anche agli adulti, non solo per rivivere quei momenti ma anche per entrare nella testa dei ragazzi. Secondo me il tuo è decisamente un YA.
      L’entusiasmo è davvero meraviglioso, penso alle situazioni da scrivere in ogni momento in cui la mia testa me lo consente.

    • Be’ sai, bisogna poi vedere se funzionano le storie, ma capisco il tuo pensiero e ti ringrazio tanto, è come per me vedere un musicista credo.

    • Ho scritto un po’ anche ieri sera, siamo stati fuori 3 ore circa tra aperitivo (ottimo) e giro in libreria (a istruirmi sul genere YA), ho un po’ di idee e altre spero mi vengano cammin facendo. Intanto grazie, non sapevo neppure se scriverlo il post a dire il vero.

  4. Che bello Sandra, sei tornata a scrivere. E per di più uno YA, io non saprei da dove cominciare. Ammiro la tua sfrenata fantasia e la invidio. Sto passando un momento di stanchezza dal quale faccio fatica a uscire

    • Venerd’ sera uscita dal lavoro ero ok, ma dopo cena, forse perchè abbiamo cenato tardi, mi è piombato addosso di tutto e mi sono trascinata fino a sabato pomeriggio, più o meno fino a quando il film in tv ha segnato un’inaspettata svolta benefica. Sulla fantasia sì, ne ho tanta, ma va gestita e organizzata, vedremo poi i risultati. Grazie!

  5. Ricominciare a scrivere con questo caldo la dice lunga su quanto la scrittura sia importante per te. Dopo aver letto Veronica c’è rivaluto gli YA di gran lunga anche io. Quindi buon proseguimento di scrittura senza evaporazione idee, io invece al momento credo di avere il vuoto assoluto in testa, quindi aspetto stagioni dal clima più mite.

    • Sono arrivata a 50 mila battute ma credo che da stasera metterò la tastiera a riposo, l’importante era mettere giù una traccia e capire che era ancora possibile tornare a scrivere qualcosa di nuovo dopo diverso tempo. E’ stato un test importante, ma il caldo inizia a disturbare pure me, non sono un super eroe.

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