Ricordi di Carnevale

MINNIHo sempre amato moltissimo il Carnevale.

Da bambina mi divertivo a creare costumi inconsueti, raccattando e mescolando abiti vecchi, alcuni sono davvero passati alla storia nel mio quartiere. Un paio di volte, verso i 20 anni, mi è capitato di affittare un abito per il sabato grasso, realizzando in ritardo quello che in fondo era il mio sogno: un vero vestito di Carnevale, perché i miei travestimenti erano solo la strategia fantasiosa di una bambina a cui i genitori dicevano “ti compriamo una cosa soltanto” e quella cosa poteva essere un cappello, una parrucca, una maschera di quelle con l’elastico dietro (la presi da Pluto), certo non un vero vestito completo. Insomma il classico fare di necessità virtù, ma un po’ ci soffrivo. Era l’epoca delle damine, delle fatine, io seguivo i carri dell’oratorio con delle alternative (avvolta in un lenzuolo da araba, per dirne una) che mi inteneriscono ancora a pensarci, gettando coriandoli per la strada, urlando al mondo la mia personalità combattiva e a tratti malinconica.

Sono trascorsi nove anni dallo scatto che vi ripropongo (lo avevo già postato nel mio primo blog). Quell’anno il figlio di un’amica spegneva la prima candelina proprio il sabato grasso con una festa doppia: Carnevale e compleanno a tema Topolino. Io e mio marito ci portammo Nanni, con un meraviglioso vestito da pirata che gli aveva fatto mia mamma. E io mi adeguai con gioia al soggetto, perché avevo questo abitino estivo (Benetton come buona parte del mio guardaroba) davvero perfetto per essere trasformato con pochi accessori in Minnie. Avevo decorato le mie ballerine di camoscio con due fiocchi da regalo, T-shirt a maniche lunghe e collant coprenti nere, orecchie che si trovano in vendita ovunque. La borsina era una trousse alla quale avevo aggiunto un nastro per fare la tracolla. Trucco fai da me, facilissimo.

La festa fu epica: Nanni dapprima recalcitrante e poi travolto dal divertimento nonostante non conoscesse nessuno, io che gli asciugo il sudore con le salviettine. E’ stata l’ultima occasione di mascherarmi, ma se qualcuno mi invita sono pronta a escogitare qualcosa di straordinario e a buttarmi nella mischia.

Oltretutto le leccornie tipiche di Carnevale sono in assoluto i miei dolci preferiti. Aspetto tutto l’anno che arrivino le chiacchiere (chiamate in mille altri modi altrove: galani, bugie, frappe, insomma le frittelle) e ne faccio sempre una gran scorpacciata.

18 pensieri su “Ricordi di Carnevale

  1. Ammetto di non conoscere a memoria la tipica mise di Minnie, ma mi sembra davvero convincente!
    Io, il giorno che vincerò la pigrizia, inizierò la mia serie di carnevalate a tema mitologico, ma per ora non ne ho proprio voglia.
    Mi sa che finirò a fare un convincente mago Merlino a 90 anni XD

  2. Ma ch foto splendida! Io non vado matta per il carnevale, solito discorso tuo, a me sarebbe piaciuto un vestito sontuoso (visto che nel resto dell’anno ero molto sobria, anche da bambina), e ne avrei avuto la possibilità, nonna è una sarta bravissima! Ma mamma non voleva la classica principessa e ogni anno mi faceva interpretare vestiti che piacevano a lei (un bellissimo pierrot, odalisca etc) ma io volevo la classica principessa. Finalmente, in seconda elementare, giungemmo al compromesso di arlecchina e nonna mi fece un vestito con la gonna gonfia! Mi sentii bellissima. Ma da allora non mi sono più vestita, avevo realizzato il sogno e stavo bene così!

  3. Che bella che sei. Quando MrD era piccolo ci vestivano per carnevale e andavamo alle sfilate, ora non più. Mi vesto al lavoro perché i dicono un concorso fra tutti gli operatori del centro commerciale. L’anno scorso ho vinto un a cena x due in uno dei locali della nostra ristorazione, non ci siamo andati 😁, mi ero vestita da capitano . Ho acquistato solo il cappellino il resto ho preso un completo di mio figlio. Anch’io mi arrangio con quello che ho, al massimo compro un accessorio. Poi devo essere comoda, devo lavorare tutto il giorno. Quest’anno mi vesto da una protagonista di una serie tv che amo alla follia.

  4. Non so perchè ma sono allergica al Carnevale, da sempre. Anche da ragazzina, schivavo scientificamente tutte le feste in maschera, mi sono sempre dimenticata del giovedì grasso, o del martedì, e adesso sono anche a dieta, per cui non posso mangiare tutti quei dolci fritti e zuccherosi tipici del periodo.
    Però, una delle foto che ho più care è quella di mia figlia bambina, vestita…indovina! Di rosso e nero, con la coda e le orecchie di Minnie e i baffi da topolina disegnati con la matita nera da trucco!

  5. Ciao Sandra. Che post tenero e nostalgico! Il mio primo costume (data la tenera età credo l’avesse scelto mia madre per me, si parla dei tempi dell’asilo) era “Biancaneve”. L’abito era semplice ma di effetto. Era di raso o similraso colorato e poi c’era un nastro da mettere nei capelli. Purtroppo non l’ho più, perché mia madre lo diede a una mia zia, che lo mandò ad una sua parente lontana, la quale lo aggiustò e ne fece un abito per un saggio di danza alla figlia. Riciclo ante-litteram! Ho due foto di gruppo di quella classe dell’asilo numerosissima e tutti i bambini avevano costumi splendidi. Un bimbo italo-spagnolo indossava un’abito da andalusa (che era stato di sua sorella maggiore e che gli ho invidiato profondamente) e un’altra amichetta indossava un kimono da giapponesina con parrucca. C’era semplicità ma originalità. E poi abbondavano zorro e i cow boys.
    Il mio secondo abito fu Arlecchina. Andammo in una cartoleria che esiste ancora e che vendeva abiti di Carnevale per bambini. Qui non abbiamo mai avuto negozi solo per costumi, sebbene parliamo di una città capoluogo. In realtà adoravo un abito da damina del 1700, ma data la mia eterna indecisione tra il rosa e l’azzurro (avrei voluto il rosa più “da femmina”, ma mi donava di più l’azzurro), mia madre che non riusciva a farmi decidere, tagliò la testa al toro e mi disse: “perché non prendi Arlecchina? E’ simile ma particolare!” Ma me ne pentii, perché era troppo colorato! La mia sobrietà quacchera era già forte in me.
    Gli anni a seguire ho vestito costumi vari, ma tutti fatti da me con abiti trovati in casa o mezzi prestati/riciclati, tipo “la gitana”, “l’indiana”, ecc. Li trovavo più divertenti e mettevano a frutto la mia creatività. E li creavo anche per mio fratello, per la festa di quartiere. Altri tempi!
    Matteo purtroppo si rifiuta di mascherarsi.
    Oggi io mi limito a mangiare bugie 😉
    Un abbraccio forte forte! Grazie per avermi fatto tornare in mente questi bei ricordi!
    Barbara

  6. Ma che carina vestita da Minnie! Io non amo molto il carnevale anche se poi una volta dentro mi lasci travolgere e mi diverto, ma in quanto a ricordi di come venivo abbigliata… Stendiamo un velo pietoso!

  7. @ Amici, oggi rispostona collettiva perdonatemi ma sono cotta. Chi ama il carnevale, chI lo detesta, ma un po’ tuttI vedo che ne abbiamo ricordi e ci ha fatto piacere tirarli fuori (Barbara di sicuro sì, Nadia invece stende un velo). Stessa generazione, stessi abiti all’incirca di moda. Vero andava molto l’abito da spagnola, e la piccola di Brunilde è stata un’altra Minnie. Grazie per i complimenti, Comunque di sicuro aspetto la foto via whatsApp di @ Sempre mamma per il centro commerciale. Mentre per @ Conte Gracula mi toccherà aspettare, ma credo che prt suo Merlino ne varrà la pena. Abbiamo poi 2 arlecchine @ Barbara e @ Cristina Bia. Grazie a tutte per i complimenti, era stato proprio bello mascherarsi con Nanni.
    Un caro abbraccione a tutti

  8. Ma che bella che sei vestita da Minnie, stavi proprio bene, soprattutto considerato che i vestiti erano, per così dire, improvvisati. Anch’io da bambina avrei voluto vestirmi come una damina oppure una fatina ma, purtroppo, i miei non avevano molti soldi e il vestito me lo potevo scordare. Ricordo che invidiavo molto una mia cuginetta coetanea che aveva la mamma sarta e che, comprando delle stoffe al mercato a poco prezzo, le preparava sempre dei vestiti bellissimi (anche lei doveva risparmiare ma aveva le mani d’oro), il suo vestito più bello era quello di Biancaneve. A pensarci ora credo che la mia avversione per carnevale (che sento come una festa triste) derivi da questi ricordi. Però da adulta ho un po’ recuperato, ai tempi in cui al lavoro si stava ancora bene, organizzavamo delle uscite con alcuni colleghi il martedì grasso e andavamo in una discoteca della provincia che faceva la festa di carnevale. Lo abbiamo fatto per tre o quattro anni e ci divertivamo da morire…

    • Condividiamo la stessa infanzia carnevalesca, con pochi soldi. Mia mamma però sarta eccezionale a differenza di tua zia i vestiti non me li faceva. E pure noi abbiamo festeggiato in azienda anni fa e fu davvero bello, Un anno mi travestii da Geisha con un kimono stupendo, parrucca e ombrellino e un anno da Mozart.

  9. In questo io e te siamo le due facce della medaglia: non mi piace per niente il Carnevale, non mi piacciono i suoi dolci e non mi è mai piaciuto vestirmi, a parte una volta che avevo sedici anni ed ero vestita da squaw, e mi sentivo molto a mio agio. Ah, mi piacciono poco anche le feste. 😉

    • Però, tra i miei mille travestimenti fai da me, mi ero del tutto dimenticata la squaw, invece ho pure quella, grazie per avermela ricordata, buffo avevo pure io all’incirca quell’età quando mi travestii da pellerossa. Eh, un bel vassoio di chiacchiere mi aspetta in cucina, ma l’Orso è per strada di ritorno da Bologna e chissà a che ora le mangeremo.

  10. Che bello il tuo vestito da Minni! Devo dire che il Carnevale mi lascia piuttosto indifferente. I miei lo odiavano cordialmente, quindi da bambina l’ho vissuta il minimo sindacale, senza portarne a casa ricordi che si definissero in positivo o in negativo. Quest’anni mia figlia l’ha molto atteso, per trovarsi poi prima influenzata e poi con tutto chiuso/annullato. Vedremo i prossimi anni se riuscirà a farmi amare o odiare il carnevale o se resterà questo periodo che mi scivola un po’ addosso senza che ne sappia afferrare il sapore.

  11. Puoi immaginare, visto che mi conosci, quanto io sia golosa di chiacchiere (che qui chiamiamo bugie). Il mio abito preferito di carnevale sono due :D: un anno io e due mie amiche ci vestimmo da tre porcellini. Un costume rosa con tanto di pancia e petto bianco e orecchie giganti. Eravamo bellissime. Ma il costume che amavo di più era quello che imitava mia nonna, la donna grassa. COn una maschera (perché mi vergognavo) giravo con un suo abito vecchio, le scarpe indossate all’incontrario, le gambette magrissime e due cuscini da letto (due) nella pancia e nella schiena. Insomma, ero davvero divertente e comica e a me piaceva perché mi sentivo come la mia adorata nonna.
    Grazie oer avermi fatto tornare in mente questo bellissimo ricordo. Bacio (e non mangiare troppo, Minnie)

  12. @ Antonella, grazie. Ho paura che da oggi in avanti assoceremo il carnevale al virus, ma spero che tua figlia possa recuperare negli anni a venire con allegria.
    @ Ah, Elena, il tuo vestito da nonna ha davvero il sapore del carnevale inventato come i miei. Sono felice di avertelo ricordato in queto periodo di caos.

    • Ero, più che altro. Ma grazie. Pensa che il bimbetto di quella festa ha dovuto annullare la festa di quest’anno. Mi sento molto invecchiata da quella foto, ma tutto sommato invecchiata abbastanza bene. Un bacione

  13. Bellissimo questo costume! Vedi alle volte quanto poco basta? 😀
    Io ho ricordi altalenanti dei carnevali. Mia madre e mia nonna che si affannavano a cucire costumi da principessa in raso, con fiocchi, perline, balze e il terribile cerchio per tenere la gonna larga. Poi però restava quel costume finché non crescevo, arrivavo ad odiarlo. Ci fu anche una breve parentesi di ballerina credo all’asilo, poi il tutù diventò troppo impegnativo.
    Alla fine però alle principesse io preferisco le streghe, i vampiri e i guerrieri. Il mio cappello preferito l’ho preso ad un Halloween trascorso a Gardaland (è bellissimissimo il parco trasformato per l’occasione, credetemi!!) Nero, a punta ma storta, con il fibione e pieno di stelle. Mi ci sento a casa. Trovi la foto tra le vecchie foto profilo di Facebook 😉

    • Grazie, sì, basta poco se si ha la fantasia come alleata. Ah, il cerchio sottogonna, quello era in voga persino per gli abiti della prima comunione, terribili.
      Guarderò volentieri le tue foto su FB e so già che sarai stata fantastica.

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