Da una Milano surreale…

e distopica, attraversata da una sorta di isterismo collettivo al quale spero di non essermi omologata, tra mascherine (non io), telelavoro (ma quali aziende sono seriamente attrezzate per farlo? Quindi anche qui, non io), scaffali svuotati (non da me), sguardi allucinati e discorsi assurdi, con le serrande dei bar tirate giù alle 18, insomma in questo scenario ci sono anch’io. E non so neppure se ho scritto una frase che sta in piedi, ma dopo le mail aziendali a tema con grammatica e sintassi in sciopero (e senso inafferrabile), passa tutto in secondo piano.

Approfitterò di questo periodo a casa, senza grandi velleità di spostarmi, fosse anche solo verso il centro, con i nipoti in vacanza carnevalesca in montagna, per dedicarmi all’editing del mio romanzo, che – grazie a Dio – la capace editor ha revisionato giusto in tempo: ci eravamo accordate in base al mio part time, ma giammai avrei pensato che sarebbe stato tanto provvidenziale doverci/poterci lavorare proprio ora.

E’ da settembre che le preoccupazioni si stratificano sul mio quotidiano, penso a mio padre e mi chiedo ogni istante come avrebbe vissuto queste situazioni. Per il resto tutto bene.

21 pensieri su “Da una Milano surreale…

  1. Tutto bene ma non benissimo. Avevo in programma un tanto atteso viaggio in Giordania, con un piccolo gruppo di amici, sarei partita fra pochi giorni. Non vedevo l’ora…
    Invece di una vacanza, ora che la Giordania ha vietato l’ingresso agli italiani, mi trovo con un certo numero di pratiche di rimborso da gestire , per me e per i miei mancati compagni di viaggio.
    Sul lavoro, questa mattina alle 11, dopo due giorni di delirio totale, con le impiegate di cancelleria completamente isteriche, hanno deciso di chiudere tutti gli uffici giudiziari.
    Potrei elencare molte altre piccole cose, che impattano con la mia microrealtà quotidiana, ma so bene che non sono importanti.
    Quello che mi dispiace è sapere che gli altri paesi europei NON fanno i tamponi, il figlio di un’amica in Olanda è andato in ospedale con febbre tosse un terribile male al petto…l’hanno congedato all’istante, con un blando antibiotico in dose pediatrica ( lui è alto metro e 94!Il medico di famiglia italiano gli ha fatto triplicare la dose ). Quindi loro non hanno i contagi e gli italiani sono gli untori.
    Avessimo fatto così anche noi, nessuno avrebbe fatto caso a quattro anziani deceduti per polmonite, e il nostro paese oggi non sarebbe al collasso.
    La domanda è: siamo stati responsabili, o semplicemente fessi?

    • E ci credo che non vedevi l’ora. Noi aspettavamo intervento mia mamma (in teoria a marzo, ora potrebbe essere rimandato per lasciare liberi gli ospedali) per organizzarci e prenotare qualcosa, tra tante idee e dopo momenti di confronto tra me e l’Orso che non sempre siamo allineati sulle mete. Ora le vacanze mi sembrano qualcosa di lontanissimo. Ma per te ovviamente è peggio che te le eri già pregustate e pagate.
      Inizio a credere che la faccenda che in Italia ci siano più casi perchè più controlli non sia una teoria difensiva del Governo ma la realtà.

    • Certo che sì, Miss. E quanto tutto questo sarà finito ci troveremo per un pranzo/cena/brunch. Il file del testo è già sul desktop, ora è un po’ un cimitero di correzioni ma fa parte del gioco, anzi meglio che sia così, significa solo che c’è stata attenzione e cura da parte della editor. Grazie.

  2. E’ una situazione un po’ assurda. Anche in Friuli c’è un certo accaparramento e molte attività sono state sospese. Speriamo di tornare presto alla normalità, che i suoi rischi li ha eccome, ma almeno non ci facciamo caso.

    • Qui la situazione, chiaramente non è una gara, è un po’ più estrema, e proprio a Di Martedì stanno parlando delle autocertificazioni che tocca firmare in alcuni contesti lombardi, ma chi potrà mai garantire di non essere entrato in contatto con gente proveniente dalla Cina o da Codogno? E io questi formulari li ho ben visti. Se non posso andare al cinema Dio mio chissenefrega, sono andata a teatro sabato sera e poi li hanno chiusi tutti, ma appunto lì che ne so da dove veniva la mia vicina di posto che, peraltro, si è ingozzata di biscotti e poi ha attaccato a bere, le è andata di traverso l’acqua e tossiva…

  3. Mi spiace molto per questo periodo, io la vivo in modo diverso, nonostante sono a 30 km dal focolaio veneto e dall’ospedale chiuso in quarantena. Intanto c’è da dire che non è l’Italia ad essere allarmista, ma è stato il WHO (World Health Organization, l’organizzazione mondiale della sanità) a dichiarare il virus ad alto rischio, non per la letalità ma per la velocità, superiore ad una normale influenza, e considerando che si conosce poco, non si è preparati. Potete vedere direttamente sul sito del WHO i report giornalieri: https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/situation-reports
    Da noi purtroppo c’è stata informazione discordante e troppa confusione sui social. Nel giro di una settimana, nella mia bacheca ho un sacco di amici virologi o, peggio, cacciatori di complotti. Anche dentro le ciabatte li cercano, i complotti. :/
    Le precauzioni dovrebbero essere prese con un briciolo di sale in zucca, invece si va dalla gente che va a lavorare con la febbre e non ti dice na mazza, magari ti starnuta pure addosso, a quelli che hanno razziato tutti i supermercati di zona (sparite le uova!) e le farmacie. Gente che non si lavava mai le mani dopo l’uso della toilette pubblica adesso ha scoperto il gel disinfettante. Qualcosa di buono la fa anche sto Coronavirus…
    Qui stiamo lavorando da casa. Lunedì mattina tutti fermi in parcheggio dell’ufficio, entrati a turno (distanza 2 metri please) per prendere i portatili, in sede solo i responsabili, uno per reparto. E così credo tutte le aziende informatiche (tutti i miei amici e siamo dislocati in giro per il nord). Pure la banca ha inviato comunicazione di non presentarsi allo sportello se non per gravi motivi. Il rischio è che qualcuno (un dipendente?) gli faccia causa se per sfortuna nera il virus lo contagia proprio lì dentro. Invece al bar qui davanti continuano a far cagnara fino a tardi col karaoke… terranno lontano il virus con le stecche?!
    Ridiamoci su, và.

    • Diversissima la situazione, nonostante in teoria la distanza da te a Vò Euganei e da me da Codogno sia la stessa. Pazzesco. Alcune cose sull’azienda te le scriverò in privato. La precauzione è giustissima e non la contesto affatto, ho paura per gli anziani e di non sapere quando finirà.
      In seconda battuta il danno economico sarà ed è già enorme.Il nostro settore dei trasporti il più colpito assieme ovviamente al turismo.
      Sui social, al solito, sono diventati tutti medici, come quando, primo esempio che mi viene in mente, ai tempi di Azzurra diventarono tutti skipper.
      Non ho l’home banking e se dovessi pagare qualcosa be’ ritarderò, visto che uso ancora la banca vecchio metodo. E’ tutto talmente nuovo e strano che mi adatto e seguo le disposizioni momento per momento.

  4. Tranne parecchie cose tutto bene anche per me e che sia messo agli atti Liguria e Lombardia sono parecchio in sintonia al momento

  5. Il nord unito è diventato indesiderabile e indesiderato, adesso proviamo un po’ a capire come ci si trova quando gli altri ti isolano tuo malgrado. A livello umano questa situazione potrebbe insegnarci tantissimo.

  6. @ Tutti. Chiaramente non approvo i saccheggi ai supermercati ed è stato sottolineato più volte come la mascherina se sei sano e non hai contatti con malati sia del tutto inutile, ho sempre tenuto l’amuchina in borsa e in casa ho parecchi disinfettanti, al punto che ho preparato una piccola boccetta per un collega (ho una serie di contenitori da viaggio per shampoo ecc di Tiger) che non trovava nulla in giro. Insomma credo di usare il buon senso, però, oggettivamente chi punta adesso il dito contro Milano, stando al sud dove i focolai non ci sono, e i casi sono sporadici, non mi piace molto, perché davvero tocca farsi un giro qui per avere il polso della situazione.

  7. È tutto piuttosto surreale.
    Nella mia zona non trovo da nessuna parte l’acqua distillata (che uso per il ferro da stiro) e i biscotti alla nutella. Ora, posso anche capire che ci si voglia preparare all’apocalisse con i biscotti alla nutella, ma l’acqua distillata?
    Le scuole sono in chiusura prolungata, non siamo molto attrezzati per le lezioni da casa, nel senso che abbiamo caricato tutto sul registro elettronico e avvisato i rappresentanti dei genitori, ma per ora è tutto un: non visualizzo/non si apre/ tizio non ha fatto l’accesso/tizia non ha il computer/tizio ha internet che non va… Se si tratta di pochi giorni poco male, ma se la situazione dovesse protrarsi, ecco, direi che proprio non siamo attrezzati.
    Sul virus non mi pronuncio, non ho competenze in materia. Mio marito è chimico farmaceutico e lavora in un’azienda che fa ricerca farmaceutica, ma navigano molto a vista anche loro, pur avendo contatti diretti con chi in teoria ne sa.

    • Mi pare di aver letto che l’acqua distillata sia presente in qualche ricetta casalinga per farsi l’amuchina introvabile. No, non siamo attrezzati per niente, e come ho detto non me ne frega di non andare al cinema, ci mancherebbe, ma se non ci si può muovere bisognerebbe anche spostare la scadenza degli adempimenti fiscali, ad esempio, ovvio che parlo della mia materia. Qui in questi giorni c’era la chiusura scolastica carnevalesca, settimana prossima non so come andrà.

  8. Spero che tutta questa faccenda si ridimensioni, è un danno enorme per tutti coloro che vivono di commercio. Danno, in tempi già duri, non recuperabile. Noi siamo costantemente preoccupati che le cose possano peggiorare ulteriormente. Sono contenta per il tuo lavoro di revisione.

  9. Quando hanno nominato Alassio, mi è venuto un colpo. Due settimane fa ero andata a fare un giro proprio ad Alassio, dopo mesi che non ci andavo. Mi son detta: “che sfiga!”. Ma poi Marco ha controllato le date e io ci ero stata due giorni prima che arrivassero i simpaticissimi turisti da Codogno. Dico simpaticissimi perché pare abbiano lanciato il cibo fornito loro dalla Municipalità dalla finestra in quanto non è di loro gradimento. Esempio di civiltà.
    E infatti… le città come Alassio, l’Italia in genere, perderanno i turisti, soprattutto stranieri, nei mesi a venire. E’ certo!

  10. @ Sempre mamma, il danno economico è davvero importante e preoccupante, i piccoli commercianti vengono colpiti duramente in un periodo già compromesso. E’ una crisi infinita. Grazie, la revisione sta andando molto bene.
    @ Barbara, ma che cosa idiota è gettare il cibo dalla finestra? Non ho parole. Il turismo, come il commercio e tutto l’indotto sono in ginocchio, già arrivano le cancellazioni per Pasqua, speriamo che per l’estate si possa recuperare, che sia tutto finito per allora.

  11. Mah, io avevo sperato di restare a casa dal lavoro e riposarmi, invece i nostri uffici sono aperti, anche se sono state mobilitate delle pulizie straordinarie per disinfettare le superfici più a contatto con il pubblico, intanto con le scuole chiuse molte colleghe sono rimaste a casa perché non sapevano come organizzarsi con i figli. Io, invece, che ho una scadenza legata al bilancio ho lavorato, in ufficio normalmente, per tre giorni per dodici ore al giorno per completare la verifica dei dati contabili. Nel nostro caso il telelavoro è difficile da organizzare all’ultimo minuto, alcuni colleghi che lo fanno hanno il computer a casa collegato con il nostro ced per il salvataggio dei dati e l’installazione protetta di alcuni applicativi che, per una maggiore protezione dei dati, non funzionano semplicente collegandosi on line, quindi da casa non funzionano. Chissà come finirà…buona giornata

    • Il Coronavirus sta in effetti dimostrando quanto indietro siamo con l’informatizzazione in Italia. Siamo rimasti fermi a trent’anni fa. Lo smart working (il telelavoro ha regole molto più rigide, come la verifica di tutti gli impianti della casa del lavoratore) è semplicissimo da organizzare: computer portatile con VPN (Virtual Private Network, anche il sistemista più imbranato la appronta in mezz’ora, volendo pure con strumenti gratuiti ugualmente sicuri), un cellulare aziendale (e oramai le compagnie telefoniche fanno contratti aziendali convenienti, soprattutto su tanti numeri, e le aziende lo possono inquadrare come benefit), una rete internet decentemente veloce (si può lavorare da una Adsl a 8Mb, ma più se ne hanno meglio è, la fibra è il top). Aziende intere che sovrintendono ad una mole impressionante di dati, per altro sensibili, riescono a lavorare in smart working senza problemi. E da un decennio almeno!
      Mi risulta poi che ci sono anche incentivi, non ricordo se nazionali o europei, per il lavoro da casa. Perché ha un enorme impatto positivo su un altro grave problema: il traffico, e quindi la riduzione dello smog, la migliore qualità dell’aria. Che quella si ci interessa tutti. 🙂

  12. @ Giulia, da noi e da Emanuele è lo stesso, da Emanuele alcuni, come lui, hanno un portatile aziendale, ma nessuno ha parlato di stare a casa se non per le mamme. Hanno solo annullato o molto limitato le trasferte di lavoro e poi vabbe’ non voglio dire altro. Ringrazio @ Barbara che ha spiegato anche le differenze a me ignote tra telelavoro e smart working, e sottolineato un aspetto importante che il lavoro da casa aiuterebbe, quello ecologico. Siamo indietro anni luce, perlomeno buona parta delle aziende di mia conoscenza.

  13. Tutto strano, in questi giorni, e il resto del mondo che ci guarda come il nemico. Non sembra nemmeno reale. Non sembra… normale. Eppure ci siamo.
    Meno male che ci sono i libri, no? 🙂

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