Ma ve lo ricordate il mio inedito romanzo rosa?
Lo stavo scrivendo giusto 2 anni fa, tra idraulici, muratori, la lesione della cornea e la frattura del polso di mia madre. Sembrava un tempo pieno di guai, in effetti lo fu, eppure…
La stesura durò otto mesi, otto lunghissimi mesi deliranti seguiti da un’attesa frustrante, sotto la supervisione di editor e agente che mi hanno tirata matta. L’obiettivo era alto: fai così che troviamo subito un editore top big gold. E’ andato tutto molto diversamente, l’agenzia non è riuscita a piazzarlo, io me ne sono andata e ho cominciato a proporlo senza successo, arrivando a odiarlo e l’unico motivo per cui mi spiaceva non pubblicarlo era che tornano Virginia e Collegafigo, Anna e Cesare e pur non essendo affatto un seguito de Le affinità affettive né di Figlia dei fiordi, c’è questo legame per cui avevo lottato (Dai no, non mettere personaggi già esistenti, sei sicura? Allora riduci al minimo eh. Questo disse la editor.) Per il resto sono sempre convinta che nella vita di tempo se ne perda perché è nella natura di ogni progetto e quindi avevo guardato oltre, senza farmi travolgere dal rimpianto. Ogni tanto se saltava fuori un editore specializzato in romance o con una collana dedicata, lo inviavo ma era più un automatismo, qualche rifiuto, un po’ di silenzi, solita minestra.
Poi di colpo, nel giro di 2 settimane scarse, gli ultimi 3 editori a cui l’avevo sottoposto già nel 2020, rispondono quasi in contemporanea. Ricevo:
- Molti complimenti e un contratto per la pubblicazione solo digitale che chiedo di congelare.
- Adesso è no, prova a lavorarci secondo le indicazioni che ti diamo e a rimandarcelo.
- Una bella scheda dove vengono evidenziati molti più punti di forza che deboli e il contratto per e book e cartaceo.
C’è un’immensa soggettività di giudizio anche da parte di chi dovrebbe essere in grado di sganciarsi dal semplice “gusto personale”. Questa, lo riconosco, non è una storia originalissima, ma risente del canovaccio stretto del rosa, dei paletti che mi avevano messo in origine. Tutte le parti che mi hanno fatto cestinare erano quelle che sentivo maggiormente mie, e nonostante questo non sono riuscita a scrivere un rosa rosissimo, non è il mio mood (a tutto c’è un limite!) Il mio rosa è Figlia dei fiordi, e per questo molti editori di romance super classici non l’hanno pubblicato, troppo poco nei canoni. Ma è indubbiamente scritto molto bene, con note frizzanti, c’è tanta Roma prima e Milano poi, c’è la moda, ci sono la solitudine e la rinascita.
Ma adesso è giunto il momento di svelarvi di chi stiamo parlando e festeggiare (a casa!) con una bottiglia (di Rosè ovviamente) che per fortuna abbiamo in frigorifero.
Cin-cin! Che sia l’inizio di una bella collaborazione. 🙂
Eh, aspetto il marito per stappare. Sì, attualmente sto pubblicando ogni romanzo con un editore diverso, perché non scrivo un genere solo e per una serie di motivi. Però sul rosa vorrei proprio fidelizzarmi. Grazie.
Beh ma ❤️
Non so cosa dire… c’è una specie di risveglio degli editori del tutto inaspettato.
La quarantena porta consiglio! Alé😃
Sono in molti ad avere la creatività bloccata dalla preoccupazione, io invece trovo sia un’ottima risorsa per distrarsi e sta dando i suoi frutti. Un bacione
Ole ole ole ole…. Il 2020 verrà ricordato da te anche per motivi positivi, il che è una bellissima cosa.
Temo che il virus prevarrà, cara, ma meglio il virus coi libri pubblicati che senza in effetti. Un bacione.
Ma brava! E allora brindiamo alle belle notizie che illuminano finalmente il domani!
Evviva evviva evviva!
@ Nadia, Francescabianca, grazie. Quasi quasi non ci speravo più e mi spiaceva appunto per il ritorno di Virginia che credo rimanga il mio personaggio più amato tra tutti.
Cin cin! Macché rosé, qua bisogna stappare un whisky!
A quante pubblicazioni siamo dunque nel nefasto anno 2020? Ho perso il conto, sappilo… 😀
Spero che saremo ancora amiche se ti dico che non ho mai assagiato il whisky.
Toccherà porre rimedio insieme. Io però adoro il rosé.
Allora, pubblicazioni sicure 3: L’ultima neve, La piccola scuola di cucine (racconti lunghi) e La ragazza che ascoltava De André, rispettivamente marzo, aprile, maggio. Gli altrii non so ancora, tutto sommato meglio non intasarsi, va benissimo anche in autunno, se non primi mesi del 2021 (che chiaramente dovrà essere un anno coi fiocchi)
Grande Sandra, un brindisi ci vuole, complimenti di cuore!
Grazie Giulia, questa pubblicazione, che non so ancora quando avverrà, è stata la più ostica, con un percorso – che ho riassunto – davvero frustrante, infatti avevo seriamente pensato al self per questo titolo. E’ lo stesso editore che pubblica Monica Brizzi e mi sono ispirata proprio alla sua esperienza per mandare il mio manoscritto, pensa che pochi giorni dopo hanno chiuso alla ricezione degli inediti, perché dovevano smaltire un arretrato di un anno e mezzo. Questo giro soo stata proprio fortunata.
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