Per questo 2022, in realtà in ritardo, ho deciso di aderire al progetto No buy year, ovvero un intero anno, nel mio caso meno un mese e mezzo essendone venuta a conoscenza solo a metà febbraio, senza acquistare nulla in un determinato campo. Nel mio caso abbigliamento, calzature e borse. Unica eccezione la biancheria intima che, si sa, magari compri un bel paio di collant e trac ti si rompe subito e ti ritrovi sguarnita.
Un rapido recap al guardaroba mi ha conferamato che ho davvero tutto, e per certe stagioni, pure troppo. Non ho in previsione acquisti importanti come un nuovo piumino invernale, anche se quello in uso è piuttosto datato, e anche per le scarpe ne ho per qualsiasi esigenza, ed è proprio ragionando sugli stivaletti/tronchetti/scarponcini che sono partita. A novembre avevo bisogno di un paio non imbottito (ne ho due con il pelo dentro) che sostituisse quello nero consumato e buttato. Di quel peso mi era rimasto solo il tronchetto blu. Ho preso uno stivaletto verde militare che mi piace davvero moltissimo, già ribassato di prezzo, causa colore un po’ insolito. Nel negozio ne avevo provato uno grigio stupendo, più costoso e con un tacco non alto ma non comodissimo (preferivo una bella gomma carrarmato, infatti quelli verdi ce l’hanno), insomma, un po’ a malincuore l’avevo lasciato lì, per poi recuperarlo a gennaio saldato del 40%!
Affarone? Certo, ma non era una spesa necessaria, per niente. Va detto che lo shopping può essere assai consolatorio, talvolta unico momento di piacere in un periodo difficile, ma non deve né può diventare la regola. Per non parlare delle borse, ecco le borse, di ogni foggia, presentano un vantaggio enorme: non ci sono le taglie, non esiste il rischio che facciano male i piedi, si considera solo l’aspetto estetico e questo rende il loro acquisto ancora più compulsivo e appetibile. Io di borse ne ho 24, senza contare gli zaini/sacche sportive o quelle da spiaggia. Ho detto tutto.
Insomma, valutato che non mi serve nulla, che la shopping terapia la posso fare anche altrove, tipo con i libri e i cosmetici, mi sono lanciata in questa sfida.
Che poi, per deliziosa che sia, e lo è molto, ma la borsa salvagente quante volte la userò? Chiaro che necessita tutto un abbigliamento abbinato (che non mi manca) ma subentra anche la voglia di cambiare, mentre meteo e luogo devono essere adeguati, perciò pur avendola pagata solo 15 euro, è di super plasticona, sono i classici soldi che avrei potuto risparmiare anche in virtù di un approccio più minimalista alla vita e un armadio più sgombro.
So che a volte sarà dura, ma sono molto motivata e credo che ce la farò!
È un progetto sostenibile, leggendo il tuo post mi sono resa conto che, di fatto, è qualcosa che sto già facendo da parecchio tempo, non zero acquisti in assoluto, ma praticamente non compro più abbigliamento, né borse e scarpe da oltre un anno. Ho comprato soltanto un pantalone prima di Natale ma proprio perché ho trovato colore e taglia che cercavo e li sto indossando al lavoro. Per il resto sto usando quello che ho già nell’armadio, alcuni capi (tipo cappotti e piumini) sono ancora nuovi, comprati e messi pochissimo, idem certi vestiti. La verità é che compriamo sempre troppo e ormai per me è più gratificante “non comprare” e riuscire a “fare spazio” nell’armadio quando riesco a eliminare il superfluo.
Quindi ottimo, Giulia, stai già procedendo.
Ti dirò, in realtà ciò che compro poi lo metto e lo faccio durare molti anni, certo ci sono acquisti meno riusciti di altri, ma in generale indosso tutto. Ma per esempio, mi viene in mente mentre scrivo, a settembre festeggeremo 15 anni di nozze, faremo di sicuro una festa/pranzo ecco lì so già che penserò/penserei “uh ci vuole un vestito nuovo”, invece no, per quella stagione in particolare di cosine diciamo eleganti senza esagerare ne ho davvero molte, quindi sarebbe un esempio perfetto di acquisto piacevole ma inutile.
Pensando alle scarpe che ho, potrei non acquistarne per dieci anni! Siamo tutte preda del consumismo, hai preso una saggia decisione ti auguro di portarla a termine. Io da tre anni non compro praticamente nulla. E ho speso qualcosina in estetica, perché invece li di solito sono fin troppo parsimonioso, faccio tutto da me, ma vuoi mettere le coccole?
In seguito al tuo commento ho contato le scarpe, a memoria senza cercarle tra le due scarpiere. Ecco sono 24 come le borse, pazzesco, almeno sono coerente. Coccole ce le troviamo altrove, vedo che tu hai già cominciato! Brava.
Pensa che io sono in una condizione quasi opposta. Compro pochissimo, per anni praticamente niente, di abbigliamento, e mi sono ripromessa di curarmi un po’ di più e comprare qualche capo di quelli “importanti”, tipo un bel cappotto e una borsa zaino di buona qualità. Ma in realtà detesto fare shopping, quindi per ora non sto procedendo 😦
Un cappotto classico è un acquisto importante, il mio è grigio antracite molto classico, ha più di 10 anni, preso a metà prezzo alla Rinascente e lo uso sempre molto volentieri, ma poco, perché poi in inverno finisco sempre per indossare i piumini. Ma se dovessi comprare uno zaino borsa di buona qualità gongolerei. Eh sì, qui siamo parecchio diverse.
Mi associo : sto comprando pochissimo, e con più attenzione. Anche perchè anch’io, come tutte, ho l’armadio strapieno. Oltretutto ora la mia vita lavorativa si svolge spesso da remoto e quella sociale è ridotta al minimo, per cui sono sempre in jeans e felpa . C’è però una occasione in cui derogherò: in estate si sposerà la figlia di un’amica, le sono affezionata, e ricevere l’invito mi ha fatto davvero piacere. Credo che comprarmi un bel vestito sarà un modo di partecipare alla sua gioia!
Un bel vestito per un matrimonio è proprio il top degli acquisti.
Vero anche questo aspetto: negli ultimi due anni ho consumato parecchio le tute, il resto parecchio meno.
Che bel proposito! Tanta stima perché io pur volendo non ce la fo – diciamo che il dover tornare in presenza in ufficio alimenta parecchio quel che correttamente definisci impulso allo shopping “consolatorio”. Aderisco però ormai da un annetto al cd. shopping circolare, ovvero mi disfo (Vinted e beneficenza, ma più beneficenza che Vinted) di un capo per ogni nuovo capo entrato. Basta armadi che straripano, sì ad un po’ di sempre sana pulizia e ordine, che poi spesso è anche un po’ ordine mentale , o no?
Sono impedita a vendere, quindi mi attira Vinted ma poi no. Ordine dentro e fuori, sì è così. La scorsa estate ho comprato 5 vestiti leggeri-leggeri, va bene i saldi, va bene il negozietto al mare, ma 5, ma davvero mi vergogno.
Io sono nella stessa modalità di Giulia, sono contenta quando libero spazio, non solo nell’armadio. Escludo solo la libreria. 🙂
Ho iniziato credo con il trasloco più di quindici anni fa, lì ti rendi conto del superfluo, di quelle cose che tieni da parte perché “torneranno di moda” (ma avrai la stessa taglia?), “adesso mi ricorderò di usarlo più spesso” e “è un peccato buttarlo” (allora regalalo!) Ho iniziato a gestire soprattutto l’abbigliamento con il metodo “si compra quando si butta” e cercando di comprare più qualità, meno quantità. Anche perché non so dove metterla la quantità!
Le borse stanno in una piccola cassapanca (ne avrò 5 di uso comune, a seconda della stagione, e poi qualcuna da sera), i borsoni e le valigie in cantina. Le scarpe non sono tante, ma io ho anche problemi di piedi (uso dei plantari su misura sulla scarpe piane) e quindi per me diventa un’agonia comprarne. Mi è più facile trovare un sandalo tacco 12 che uno scarponcino invernale piano! Sull’abbigliamento… ho regalato alla caritas 16 paia di pantaloni in varie tranche di dimagrimento, più maglioni larghi o magliette che non indosso ma ancora buone. Ogni tanto faccio un sacco, roba pulita e stirata, e lo porto al centro di raccolta. E non sempre rimpiazzo. Ho ancora tanta roba da usare.
Ah, non trovo reggiseni decenti. Posso usare solo cotone ma i brand sembrano voler produrre solo microfibra…
Se un determinato capo non si usa per tre stagioni pare difficile che si utilizzerà ancora. Cambia la moda, cambia il nostro fisico, cambia lo stile di vita e il guardaroba va di pari passo all’incirca. Accumulare non va bene, far girare i vestiti invece sì. 16 paia di pantaloni sono tantissimi, del resto io conosco bene il tuo impegno per avere il fisicaccio che hai e quindi pantaloni bye bye (rima).
Ciao! Ti leggo già da un po’, vediamo se riesco anche a fare meno l’orsa e a interagire 🙂
Sto traslocando e mi sono resa conto che quanto ad abbigliamento e scarpe sono a posto anche io per almeno un paio di anni, quindi – a meno di non incappare emergenze vere e proprie – penso proprio che seguirò anche io il progetto, almeno per quanto riguarda questo campo. È già da qualche anno, in realtà, che ho tagliato le spese in altri: per esempio, la cosmetica; prima ero la cliente ideale di “Bottega Verde”: entravo per comprare un rossetto e ne uscivo con mezzo campionario, che poi finivo per regalare. Una cosa a cui voglio prestare attenzione, invece, è la spesa alimentare: lì sì che, purtroppo, continuo a spendere senza averne davvero bisogno (sono maledettamente golosa, accidenti!); inoltre, abitando un po’ da mio padre e un po’ da mia nonna, mi capita di non tenere sotto controllo la dispensa e gli alimenti in scadenza nelle due abitazioni. Questa sarà la mia vera sfida, quest’anno! Con tutta l’intenzione di farla diventare una buona abitudine.
Ciao e benvenuta.
Sono sempre assai felice quando si palesano nuovi lettori, anche perché ho sempre l’impressione di stare in un circolo chiuso con sempre meno iscritti. Il periodo Bottega Verde l’ho avuto pure io, mentre il discorso dispensa (capisco che con due sia un bel casino) lo trovo anche molto interessante per cui potremmo ragionarci insieme in un prossimo post. Grazie davvero.