Libreria e terapia

Ho riaperto il blog e desideravo, cioè ancora lo voglio, essere costante come un tempo ma sono finita in un gorgo di cose impreviste per cui le story veloci su Instagram offrono una sponda di comunicazione social molto più gestibile.

Ma il blog è il blog, come abbiamo detto più volte. Martedì sono venuti a ritirare i mobili vecchi, laddove “sono” significa il servizio comunale di ritiro immondizia che se li lasci in strada, previa prenotazione non da cafoni, è gratis, ma al piano si paga. Non pretendevo di guadagnarci vendendoli, ma ho sperato fino all’ultimo di non dover spendere e di riuscire a darli a qualche associazione ma niet, insomma pare che Milano pulluli di enti benefici che ritirano arredamento per le famiglie in difficoltà ma col piffero e le mie ricerche sono state vane (oltre che estenuanti). Comunque venerdì la mega libreria dei sogni sarà qua. Ho ricordato che tanti anni fa io e l’Orso ne avevamo vista una in centro e giammai avrei pensato che un giorno l’avrei avuta, con la scaletta e tutto quanto, invece sì. La libreria ormai è l’emblema del piano D, laddove il piano A erano i figli concepiti naturalmente, il piano B la procreazione assistita, il C l’adozione e appunto il D ok, niente figli, cerchiamo di goderci il dono immenso che è la vita.

Tuttavia le ferite, e questa lo è, del passato ci sono eccome, e io sono in mezzo al protocollo EMDR (ho scelto questo link perché quello del sito ufficiale è proprio bruttino) giunto in questi giorni alla prima reale desensibilizzazione e se fino a ora è stato un percorso totalizzante, a tratti bellissimo, sempre comunque duro, ora è diventato proprio complesso a livello tecnico. In estrema sintesi il terapeuta ricrea ciò che il sonno fa ogni notte, cioè rielabora le esperienze negative della giornata, sì, quando dormiamo ci alleggeriamo dei pesi e rigeneriamo sul serio non solo fisicamente.

Come ho accennato qua e là, ho scelto di rivolgermi a dei professionisti quando gli episodi di ansia erano diventati invalidanti. E dopo tanti mesi mi permetto di dire che c’è tanta gente in giro che avrebbe bisogno di un aiuto concreto per migliorare in primis la relazione con se stessa e di conseguenza con gli altri e con ciò che la circonda. Solo che rifiutano la psicoterapia e spesso rendono un inferno la vita di chi gli è accanto. Ecco, avevo alcune amiche così, le ho salutate. Forse la mia è la prima generazione per cui “andare in terapia” non costituisce una vergogna, quindi il disagio in persone più anziane non lo biasimo, davvero i tempi non erano maturi, ma cinquantenni e persone ancora più giovani che hanno lo stigma o pensano di cavarsela da sole a fronte di disturbi di umore evidenti o si limitano a imbottirsi di farmaci mi urtano profondamente.

Volevo non dover affrontare più quei momenti terribili di nausea agitata e tremore, ma nel complesso è cambiato tutto. La fortuna di aver incontrato i professionisti giusti per me si è unita al mio impegno che li ha realmente colpiti. Non sono lì per farmi complimenti e, in effetti è pure capitato che mi sgridassero, ma me ne hanno fatti parecchi.

Per svariati motivi, ero una fotografia ricoperta da un velo di polvere e ho ricevuto gli strumenti giusti e le istruzioni per usarli per pulire quell’immagine e farla finalmente brillare. Sono sempre io, eppure diversa. Ho già raggiunto risultati sorprendenti, avuto spiegazioni alle mie reazioni, e legittimazione al mio stare male. Ho pianto, relativizzato, perdonato, capito e persino sdoganato lo sticazzi.

Adesso siamo nel pieno del risolvere.

Intorno a me solo cose autentiche e belle, a parte gli obblighi lavorativi, e comunque anche lì certe dinamiche non mi coinvolgono più.

Inciamperò ancora perché è la vita, e ci saranno altri dolori però, come mi ha detto lo psichiatra: la prossima volta che mi infilerò in un buco nero non lo farò con tutto il corpo, ma solo fino alle ginocchia.

E le ore buie saranno un po’ più luminose con una libreria blu sullo sfondo e tanto spazio per i libri che sono la mia passione.

20 pensieri su “Libreria e terapia

  1. Hai ragione, tante persone avrebbero bisogno di aiuto professionale, ma per motivi diversi decidono di non cercarlo. Forse non è più la vergogna, quanto la spesa sommata al ce-la-faccio-da-solo. Sono contenta che tu veda aumentare la luce, e non solo perché andiamo verso la primavera. 🙂

    • L’impegno economico è indubbiamente elevato ma ci sono anche ottimi servizi nel pubblico seppur con una durata limitata (potrebbe essere uno spunto per cominciare). Grazie e a proposito di lì e davvero la sera si nota tantissimo l’allungamento delle giornate

  2. Carissima Sandra. Complimenti per lavoro che stai facendo su te stessa. È bello rileggerti qui sul blog. Ho visto su Instagram il colore della libreria. È stupendo.

    • Grazie per tutto, Speranza, anche per esserci da tempo immemore, qui e pure su Instagram. Pensa che il colore della libreria ha generato confronti accesi con l’Orso essendo disponibile in tantissime tinte anche particolari come lilla, giallo limone, e lui non voleva schiodarsi dal super classico marrone. Il lavoro su me stessa era quantomeno necessario, ma è un impegno notevole.

  3. È bello veder realizzato almeno il piano D, vedere scorrere i tuoi piani A, B e C mi ha provocato un piccolo sussulto del cuore, perché avevo anch’io un piano A e B nella mia vita, entrambi confluiti in un divorzio. Ormai mi sono fatta una ragione dei miei piani falliti, però certe ferite anche se rimarginate danno ancora delle fitte dolorose. Sono felice che la terapia ti stia dando sollievo e soddisfazioni, ti sento davvero con un approccio positivo verso la vita. Un abbraccio.

    • Purtroppo cara Giulia conosco anch’io alcune coppie che vedendo fallire il progetto genitoriale non hanno retto, di solito è un evento talmente doloroso che o rafforza o separa. A noi è andata bene. Mettere davvero le mani nel fango e rimpastare tutti i traumi deve dare dei risultati, come dire non è che si possa fare tutta sta fatica immensa e spendere una cifra considerevole per niente. Un abbraccione a te.

  4. La tua libreria è davvero bellissima! Concordo con te, la terapia è fondamentale, mi ha aiutato due anni fa, nel momento di massima difficoltà con Vale, e sono convinta che è grazie a quella se il nostro rapporto ora è tornato piuttosto luminoso (e grazie al fatto che l’adolescenza, prima o poi, evidentemente, si scavalla). Purtroppo è ancora un taboo, a meno che tu sia un’influencer su Instagram, nel mondo lavorativo tradizionale secondo me è ancora vista come fumo negli occhi!

    • Anche se ho iniziato la terapia con un’esigenza molto specifica, ha poi migliorato in maniera incredibile la relazione con mia mamma e mia sorella, che non era affatto male, ma con diverse cose irrisolte e dinamiche sbagliate. Sì, sul lavoro è un vero tabù, ma alla fine io l’ho detto, perché andarci una volta a settimana significa inevitabilmente prendere dei permessi, e quando mi stanno troppo addosso alzo i toni e dico “ma secondo te sto spendendo un fantastiliardo per farmi trattare così?” e scatta lo sticazzi, benefici anche in ufficio, dove, peraltro su 5 persone, 2 sono in terapia, le due donne guarda caso. Ma altri due ne avrebbero un sacco bisogno.

  5. Bella la nostra Sandra, che ha coraggio, sempre, ci vuole anche coraggio per raccontarsi intimamente, raccontare la quodianità vera che non è tutta luccicante e wow, ma è fatica. Bella la libreria, anche io l’ho vista su IG.

    • I tempi di instagram vedono una narrazione finto coraggiosa che è in realtà intimità compiaciuta sbattuta on line, come l’ecografia di un feto, per raccogliere consensi. Per me la condivisione è quella che ci ha fatto conoscere in altre spiagge, Clara, e lo sai. Ed è fatica, prevalentemente fatica, con tratti di wow che ovviamente ripagano centuplicata quella fatica. Tutti fan della libreria 🙂

      • Sì, in parte è così. A me piace usarlo come taccuino di scrittura, lasciando fuori la mia vita privata. Un abbraccio forte

  6. Non conoscevo la terapia EMDR, molto interessante e credo molto impegnativa a livello emotivo. Scavare nel passato per star meglio nel presente e bene nel futuro. Ho un’esperienza simile in fatto di mobili, chiamo un’associazione per regalare tutto l’arredamento di una casa che devo svuotare, arredamento in ottimo stato, quindi di sicuro vendono e ricavano, ma per uscire si fanno pagare un botto, nonostante il guadagno certo. Vabbè, che devo fare? Lo si farà.

    • Il comune ha voluto 87 euro e devo dire che il servizio è stato super efficiente. Sento sempre un po’ di “puzza di bruciato” alla parola beneficienza su larga scala perché non tutto è sempre così limpido.
      L’EMDR non è molto nota, io stessa non la conoscevo, ma quando ho raccontato il motivo per cui mi ero rivolta allo studio mi è stata proposta e l’ho accettata. Sì, emotivamente è un massacro.

  7. Sandra, che post bello e importante che hai scritto! Ho letto il post che hai linkato, non conoscevo questo tipo di terapia, interessantissima! Le foto della libreria io non le ho viste e sono curiosa come una scimmia, me ne manderesti una via WhatsApp? Grazie!!

  8. La libreria è bellissima, te l’ho detto subito. Mi piace come è fatta, con la scaletta, e mi piace il colore, da amante del blu su ogni cosa quale sono. Del resto, la bandiera di Scozia è blu 😉 (la croce di Sant’Andrea o Saltire, che la Scozia avrebbe anche una seconda bandiera, non ufficiale, il Leone rampante, un leone rosso su sfondo giallo, risalente sembra a Riccardo Cuor di Leone).
    Sulla terapia, credo che qualsiasi tipo di terapia sia “difficile”, semplicemente perché, per riuscire benefica, deve scavare nel nostro profondo e ribaltare alcune nostre, errate, convinzioni. Se è facile, non serve a niente. Quando ho avuto bisogno io di un aiuto, e l’ultimo percorso è stato determinante anche se è partito da un “pronto soccorso urgente”, da ogni seduta uscivo sudata fradicia, stanchissima, sconvolta.
    Esattamente come quando si va in palestra: se non fai fatica, i risultati non ci sono, punto. 🙂

    • La libreria su Instagram si è presa molti più complimenti dei miei romanzi, però adesso i miei libri, sì, intendo quelli che ho scritto, hanno una zona dedicata davvero top. Ed è un vero divertimento riempirla, organizzare i volumi. Non sapevo della seconda bandiera, vedi vedi come sono utili i blog.
      Hai ragione, si fatica sempre con la terapia (e con gli allenamenti), solo che questa parte dell’EMDR è molto tecnica per cui, al contrario del solo “parlare” c’è anche uno sbagliato, nel senso devo dire delle frasi rapportate a me, dare loro un voto tipo “da 0 a 7 quanto sente vera la sensazione che ha appena descritto ora.” Quindi ora non nel momento del trauma. A livello che ieri si è incartata persino la psicologa con sti numeri. Figurati io.

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