Bene, anzi male, è giunto il momento del post lagna, che comunque va letto sapendo che, sempre grazie alla psicoterapia santa subito, ora relativizzo molto di più e in realtà l’avvilimento del titolo è assai limitato. Insomma sto bene.
Dopo l’abbuffata scrittoria del lock down la mia capacità di mettermi di fronte alla pagina bianca con un’idea importante per un romanzo è precipitata. Le fasi rispetto a questa novità abbastanza sconvolgente sono state diverse: dal vuoto, al “passerà” al “ok, un’idea ce l’avrei, proviamo…no, non funziona” tutto condito dal fil rouge della nostalgia per il processo creativo bello, che quando si innesta è magia e rappresenta la parte migliore della scrittura, più della pubblicazione, più delle presentazioni in libreria, persino più dei momenti incredibili in cui sono stata prima nella classifica generale di Amazon a pagamento.
Qualcosa di vecchio, revisionato anche con l’aiuto di professionisti, era rimasto nelle mie cartelle, ho così cominciato a riproporlo. Nonostante la ricerca di editori appetibili e accessibili si era fatta sempre più difficile, e quelli a cui sottoporre le mie tre opere erano davvero pochi ci ho provato, ottenendo silenzi, rifiuti e addirittura cambi di rotta (prima sì poi no).
Nel complesso anche poca empatia nelle risposte, quando arrivano (a parte Todaro, che è un buon editore di Gialli se ne avete da piazzare).
Ma la cosa inaspettata è stata vedere sparire interlocutori con cui avevo collaborato (editori in primis ma non solo) con piacere ed efficacia in passato. Quel “ti faccio sapere” che diventa mai, quel dover sollecitare, quelle scuse poco credibili che rasentano una superficialità shoccante nel lavorare. Questo mi ha davvero fiaccata. E’ un’eccezione il rapporto con Plesio, purtroppo però delle tre mie opere, due in teoria sarebbero adatte alla linea editoriale, sono state comunque rifiutate per motivi molto validi di catalogo e non di qualità dei testi, questo in tempi brevi e con garbo, niente da dire.
Come si fa a mantenere la creatività già in calo per motivi forse fisiologici dopo tredici anni, laddove ci si scontra con un mondo del genere? Io non lo so proprio.
Si fa presto a dire “sei brava, non mollare!” A fronte di una platea di addetti ai lavori, anche discutibili, che chiedono soldi di continuo, editori minuscoli ai quali non voglio rivolgermi, i soliti senza un sito, con la mail su gmail e altri che, inutile girarci intorno, non mi vogliono.
In tutto questo la delusione è proprio verso le persone, non per una carriera al capolinea durante la quale sono rimasta una sorta di perenne esordiente/emergente. Perché nella mia vita le relazioni sono la cosa che più conta.
Per fortuna i romanzi esistenti mi danno delle soddisfazioni. Stay tuned, ve lo racconto molto presto, nel prossimo post.
ma quello che ho letto io questa estate e che era stupendo? (scusa se non ricordo il titolo, io con i titoli sono fortemente negata) non vedrà la luce?
Grazie, per ora ha ricevuto un rifiuto con la risposta “non è pubblicabile” da La torre dei venti, editore in crescita che ho conosciuto di persona e che aveva riaperto la ricezione dei manoscritti. Ho letto un loro romanzo, piaciuto, ma non mi pareva assolutamente di livello superiore al mio che citi. Ma questo è. Poi l’ho inviato ad altri che non hanno al momento risposto. Grazie per il lavoro e per essere qui a informarti, lo apprezzo molto.
Non credo di poter consolare nessuno su questo argomento, perché sto distaccandomi solo ora (spero) dalla mia delusione per motivi analoghi. E’ bellissimo scrivere storie, ma farle arrivare ai lettori è troppo difficile, un cocktail di bravura, contatti e fortuna che può crearsi soltanto quando ti sei reso disponibile a farti il mazzo, come condizione necessaria ma non sufficiente, perché la dedizione e il parere dei lettori non sembrano determinanti per i risultati. E’ un’impresa non solo titanica, insomma, ma anche soverchiante. Forse è giusto così. Però ho guardato indietro e mi sono sentita orgogliosa del mio percorso, errori inclusi. E la penna per ora è appesa al chiodo, mentre mi occupo del resto della mia vita, ma non l’ho ancora abbandonata. Anche perché, come succede a te, arrivano qua e là belle conferme. Una pacca sulla spalla, con affetto. 🙂
Grazie Grazia, siamo perfettamente allineate. Ho letto qualcosa di tuo trovandolo assolutamente adatto all’editoria di fascia alta, come la chiamano, quindi semplicemente gli elementi non si sono allineati ed è arrivato il maledetto chiodo. Grazie per le tue parole, ricambio l’affetto.
Sandra cara, sai cosa penso di te come scrittrice, hai brio, coinvolgi, sei intellettualmente onesta, ti meriteresti molto molto di più, ma questo mondo è fatto così. Ti abbraccio con stima, sempre.
Cara Clara, so cosa pensi di me e sai che mi fa un piacere immenso. Peccato come ho scritto non tanto per ciò che meriterei e non ho ottenuto, siamo talmente in tanti, ma per queste persone che negli ultimi mesi mi hanno deluso in una maniera profondo che non trova giustificazione. Bacini
Un po’ capisco l’avvilimento, anch’io mi sto staccando dalla scrittura per motivi vari, primo la stanchezza, dopo il lavoro sento molto l’esigenza di riposarmi e di “vivere” anche se poi tutto sommato ho quasi finito un episodio di Sorace quindi la scrittura non l’ho mai abbandonata, diciamo che ho rallentato molto. Un abbraccio
Ricambio l’abbraccio Giulia. C’è, hai ragione, anche l’esigenza di fare altro, oggi il tempo ci sarebbe stato, ma ho preferito cucinare, leggere e riposare e va anche bene così
Grazie.
“La giustizia non è di questo mondo…” Questa è la frase che mi viene in mente quando penso al mercato editoriale. Siete in tanti, ottime penne, a non aver trovato sbocco pur meritandolo, a mio giudizio s’intende, ma sono comunque un buon lettore, mi pare. Probabilmente è per questo che io non riesco a finire il mio manoscritto… se penso a quello che mi aspetta dopo, mi passa la voglia. Scrivo racconti e li metto gratis nel blog, perché scrivere comunque mi aiuta (l’ultimo mi ha fatto passare attraverso una brutta influenza, fortuna che avevo una storia in testa!) Poi un altro brutto pensiero si aggira per la mia mente… che superata una certa età, nessun editore voglia manco più dare un’occasione. Una sensazione, ma magari se analizziamo meglio le ultime uscite, come esordienti, non è così…
Credo che il tuo inconscio si stia muovendo proprio così. Sull’età è un’enigma, i fattori sono molteplici, e le domande rimangono sempre senza risposte se non con quell’unica motivazione sull’ingiustizia. Grazie e tu vai avanti eh.