Milano ha un pessimo clima, un inquinamento preoccupante, è piuttosto costosa e il mare è troppo lontano eppure al di là della sua oggettiva bellezza: il suo patrimonio artistico credo non sia neppure discutibile, rimane un luogo dove vivo bene, benissimo. Certo al netto di un’enorme problema con la sanità che è regionale e non dipende da Milano (e comunque almeno a Milano ci sono strutture private con prezzi decenti).
No, non facciamo neanche il solito discorso qualunquista “bella sì, però non ci vivrei.” Non mi interessa, credo che ci sia un elemento imprescindibile: esserci nati. Se, e capita, quando sono in Valle sto per partire e all’aperitivo con gli amici dico “dobbiamo andare che noi si torna a Milano.” Qualcuno risponde: “non ti invidio, come fate e vivere a Milano ecc.?” e tenta di iniziare il pippone, io non colgo perché non è una gara, è questione di gusti e quelli, si sa, non si discutono e anche di abitudine alla tipica frenesia milanese.
E neppure voglio dilungarmi sulla diatriba del momento sul caro affitti. Purtroppo i prezzi li fa il mercato, se c’è richiesta salgono, non occorre essere dei geni della finanza per capirlo. Ingiusto? Non mi pare che il mondo sia un posto giusto. Io l’università manco l’ho fatta per puri motivi economici, i miei non hanno potuto affrontare la spesa di tasse e libri, altro che appartamentino fuori sede.
Fondamentalmente amo la mia città perché offre una proposta culturale e di svago talmente vasta e soprattutto a portata di mano (o di 15/20 minuti di metropolitana) da accontentare tutti e rendere ogni attimo di tempo libero (quando ci si svincola dal divano che pure ha la sua attrattiva) una festa.
Abbiamo l’abbonamento di prosa al teatro San Babila, in prima fila, ci credete se vi dico otto spettacoli al sabato sera, 80 euro? E per Natale ho regalato quattro concerti della domenica mattina al teatro Filodrammatici (accanto alla Scala), sono alle 11, durano circa un’ora a mezza e poi si fa l’aperitivo con i musicisti. Bellissimo! Biglietto 17 euro, abbonamento 10 concerti (che stiamo valutando di fare l’anno prossimo) 130 euro, prosecco e patatine incluse. Artisti di fama internazionale, programma vario (io ho scelto le musiche di Morricone per Tornatore, Mozart, la musica irlandese – oggi – e la musica americana a fine marzo). Al termine oggi abbiamo pranzato in una pizzeria sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele, mi vedete nella foto scattata nei camminamenti esterni. La cupola che sovrasta il celebre toro dove tutti strusciano i piedi in cerca di fortuna era lì a pochi metri da me. Un’esperienza davvero unica! E questa pizzeria l’ho scoperta da pochissimo e ho fatto la sorpresa all’Orso che è rimasto strabiliato: Milano è piena di luoghi a me ancora sconosciuti!
Qualche settimana fa ho ricevuto, con mia grande gioia e sorpresa, l’invito privato riservato a blogger, giornalisti e librai dall’editore Marcos y Marcos per la presentazione dei libri che verranno pubblicati nei primi sei mesi del 2023. Un evento splendidamente organizzato, con un paio di autori e i vertici della casa editrice che hanno raccontato le storie che verranno, con video e letture. Un buffet squisito e originale ha concluso la serata. Sono uscita di lì con i miei interessantissimi gadget e la testa piena di questa collezione di narrativa tutta da scoprire ed ero nelle luci sfavillanti di Brera alle 22 passate e mi guardavo in giro in attesa del mio taxi. Una via dove non ero mai stata che era un gioiello, un valore aggiunto al mio entusiasmo. Ho attraversato una parte di Milano verso casa ancora incredula (Marcos y Marcos è l’editore di “Ho paura torero” e “La schiuma dei giorni” due romanzi ormai diventati classici contemporanei ma anche del mio adorato Jakob Arjouni di cui tanto vi ho parlato!) pensando che fosse stata un’opportunità di sicuro facilitata dall’abitare a Milano.
Sullo sfondo della foto lo slyline di Milano sempre in evoluzione, potete vedere il celebre e ormai non più nuovissimo Bosco verticale, mentre nuovi palazzi nascono di continuo.