Caro Babbo Natale,

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Caro Babbo Natale,

ti scrivo per la prima volta, che a casa mia quando ero piccola questa usanza non c’era. A parte il fatto che di tradizione i doni li portava Gesù Bambino, ma non appena ho capito che insomma dietro c’erano i genitori, mia mamma molto pragmatica si ingegnata di farmi scegliere i giocattoli direttamente sul catalogo dell’Upim e della Rinascente, niente letterine, solo una X. Poi andavamo nei due grandi magazzini che si trovavano a poca distanza uno dall’altro e da casa nostro occorreva prendere un solo tram e verificavamo che il libretto non raccontasse frottole. Mia mamma ci dava un budget tipo 5 mila lire. Un anno la bambola che volevo tanto, Nelly Folk, ne costava 7, ma fui fortunata, quella che desiderava mia sorella costava solo 3.500 per cui mamma disse che si poteva fare. Nonostante queste stramberie la magia del Natale era intatta e fu un tempo felice assai.

Comunque questo non significa che tu non esista. Tu sei l’essenza dell’infanzia che sa di stupore e di “facciamo che” come quando gioco a Lego con Nanni e lui dice “no, dai facciamo che questa cosa non era successa!” E fino a quando credi che basti una frase del genere a cancellare le storture, va tutto bene, anche se avresti voglia di crescere e fare sul serio.

Allora, è meglio che venga al sodo altrimenti arriva l’ora di montare sulla slitta e io sono ancora qui coi preamboli. Volevo solo dirti che quest’anno un regalo te lo faccio io. Voglio raccontarti tutte le cose belle che ci sono in questo mondo che pare vada a rotoli, le cose per cui vale la pena alzarsi pure di lunedì e correre fuori anche sotto zero. Le cose che ho visto io e non in Tv.

Ci sono ancora bambini che hanno sempre in mano le carte dei calciatori, pronti a uno scambio di doppie, come se fosse la più importante delle imprese. Ci sono gruppi di colleghi capaci e solidi, che lavorano senza pippe in testa per cui il brindisi alle cena di Natale aziendale è sincero e girano un filmato per salutare il più sfortunato che sta in ospedale da 6 mesi. Ci sono albe nei cieli cittadini che esplodono di rosa e arancione sui tetti mentre il caffè borbotta. Ci sono nonne un po’ attempate che corrono da una parte all’altra per prendere i nipoti a scuola e in palestra. Ci sono zie che si mettono d’impegno a cucinare per portare un ragù speciale ai nipoti, anche se fino al giorno prima il ragù era quello pronto del negozio di pasta fresca. Ci sono papà che si ammazzano di straordinari per fare un regalo in più ai figli ma non si lamentano mai di essere stanchi. Ci sono amiche che ti ricordano quanto sei in gamba quando hai l’autostima sotto i piedi. C’è un popolo pieno di debiti che ti regala anguria e dolce a fine cena. Ci sono donne fiere che sfoggiano foulard e non arretrano davanti alla malattia con la C. Ci sono coppie che si amano e sostengono anche se il loro progetto di famiglia è andato in pezzi. Ci sono sorelle che si ritrovano e vaffan a tutte le cose che si sono dette in passato. Ci sono stelle comete che magari sono solo l’insegna luminosa in una via commerciale, ma riescono a emozionarmi ancora.

E allora Babbo Natale, ti chiedo solo di portare un po’ di luce negli occhi di chi pensa che il Natale sia solo una rogna come un’influenza brutta che si spera passi in fretta.

Grazie e buon viaggio, mi raccomando rispetta i limiti di velocità e per me niente regali, ho tutto quello che voglio e vorrei. La bambola Nelly Folk sta ancora lì, con i suoi ricci biondi e il gilerino a fiori, a ricordarmi che a volte il dono giusto arriva solo quando gli altri rinunciano a qualcosa, che se pure mia sorella avesse voluto un gioco da 7 mila lire sarebbe stato un guaio!

Sandra

24 pensieri su “Caro Babbo Natale,

  1. Anch’io mi emoziono ancora: per le stelle comete, le parole e un mucchio di altre cose. Bellissima lettera, Sandra. Ti auguro un Natale speciale.

  2. Il Babbo Natale della mia infanzia ha portato parecchie delusioni, promesse non mantenute, e soprattutto senza spiegazioni. Cerco di fare pace con lui da qualche anno, ma non è la sua fare miracoli, per quanto ci provi. Soprattutto sui termini non c’intendiamo mai! Un anno gli ho chiesto un po’ di cu.. intendendo la Fortuna, ma lui ha capito ben altro, e mi sono dovuta mettere a dieta.
    Comunque, lo ringrazio della Forza e della Speranza dell’anno in corso, vorrei dire che mi accontenterei di bissare, ma se proprio gli avanzasse qualcosina, che mi aggiungesse la Svolta (che no, non è nemmeno pubblicare…) o l’Oblio dei Sogni, vedesse lui, che vivere in due scarpe diverse è una fatica immane… E stavolta lo sa di cosa parlo, non facesse il furbo!
    Ma è presto per gli auguri, eh! 🙂

    • Prestissimo per gli auguri, ci sono altre cose da festeggiare prima! 😀 E oggi con questa lettera non ho voluto pensare ai vuoti ma solo ai pieni, ecco. Poi ci ripensiamo per auguri e cotechini.

  3. Il fatto è che la tua lettera è bellissima. Punto.
    Il problema è che Natale ci mette sempre meno tempo ad arrivare un anno dopo l’altro. Ecco e non mi da il tempo per recuperare. Babbo Natale dovrebbe andare altrove e non qui da noi e con la sua magia rendere felici per più di una sola notte il maggior numero di persone. A me Natale piace da sempre, solo che crescendo mi rattrista un po’ di più.

  4. Che meraviglia la tua lettera! Vedevo i personaggi che hai descritto, uno per uno. Hai ragione, il dono migliore è saper vedere il valore in tutto quello che ne ha (e non nel resto, magari). Mi sembra particolarmente importante, visto che recentemente ho sentito una ragazza dire che a molte persone danno fastidio i sorrisi. Io di persone così non ne conosco, ma se davvero esistono, spero che Babbo Natale faccia qualcosa per loro. 🙂

  5. @ Nadia e Grazia, grazie. A me piace anche molto la canzone O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai. I vuoti ci sono pesano da matti e il tempo perso a non capire mio padre, pure a Natale, è un rimorso che indosso ogni giorno, ogni giorno davvero, anche se alla fine ci siamo ritrovati. Ma cosa faccio? Rinuncio al sorriso, al bello, alla luce e alla gratitudine perché mi rattristo? No, o che almeno questo non prevalga e i sorrisi sono bellissimi sempre, soprattutto quelli che nascono dallo sforzo vero di andare avanti nonostante tutto.

  6. Il Natale sembra il periodo in cui lo stress e il nervosismo vadano alle stelle! Musi lunghi, corse e maleducazione. Da almeno un decennio mi sono messa d’accordo con le amiche che non ci facciamo regali, ma facciamo delle donazioni a degli enti caritatevoli come l’Opera Pia San Francesco o la Caritas. L’esempio dei colleghi che girano il video per il collega malato da 6 mesi mi ha davvero commosso. E confermo: ci sono albe meravigliose anche a Milano.

  7. Il collega ha subito diversi interventi al cervello, è svenuto un giorno in spiaggia e poi si è capito che la settimana prima era caduto giocando a calcio, sbattendo la testa su una panchina, una cosa tremenda ed enorme.
    Io il nervosismo natalizio proprio non arrivo a comprenderlo!

  8. Una lettera bellissima, ah che ricordi le bambole da cinquemila lire, io avevo un budget anche più basso. Ma a pensarci bene ora rimpiango soprattutto l’atmosfera del Natale, il fatto di non andare a scuola e i dolci alle mandorle che preparava mia mamma, un vero attentato ai denti, ma avevano proprio l’odore del Natale. Ecco io a Natale non desidero regali per me, vorrei solo qualche sorriso per chi si è dimenticato come si fa, quindi mi accodo alla tua lettera.

    • E’ chiaro che rimpiango tantissimo i Natali della mia infanzia dai nonni, quelli non ritornano e non li posso replicare, mi godo il bello delle feste attuali con l’Orso.
      Grazie e accodati pure, c’è posto!

  9. Sandriiiiiiiiinaaaaaaaaa… ma se ho capito bene, oggi è il Tuo Compleanno….
    Augurissimi di cuore, cara e una valanga di bacioni. 🙂 🙂 🙂

  10. Bella davvero!
    Il Natale per me è una gioia, nonostante la fatica che si porta dietro (sopratutto da prof, con le feste di fine anno da preparare, i colloqui con i genitori e il pagellino pre natalizio, quindi quest’anno festa grande). In compenso non sento particolarmente le altre feste dell’anno e odio cordialmente il capodanno, cosa mi regala un po’ di indulgenza per chi non ama il natale

  11. Lettera bellissima! e quindi aggiungo “Caro Babbo Natale, manda una stella speciale per Sandra, che ci fa doni piacevolissimi coi suoi libri e racconti!”

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