Overbooking editoriale

Il pensiero mi ha folgorata non sulla via di Damasco, bensì su quella della Val di Mello “ma quanto migliore è il tempo speso qui rispetto a quello impiegato a star dietro all’editoria?” Poi la settimana è stata piuttosto pestifera, il weekend ha rasserenato tutto col relax e un pranzo molto piacevole in una cascina fuori città con un gruppetto di amici. E oggi una mail che mi parlava di overbooking, no, non sul volo per Corfù, ma di troppi testi che rischiano, rischio concreto diciamo che avviene e basta, di venire scartati senza manco essere letti, perché semplicemente sforano la quantità di cui agenti, editori e addetti ai lavori possono farsi carico. E’ inutile logorarsi ragionando sul fatto che è stato chi è in overbooking a chiederti il manoscritto, se non ci sta dietro chiuda la valutazione dei testi e non chieda nulla agli autori, illudendoli.

E’ così, punto. Strategie? Un blog che funziona così poi arriva il libro? Una carriera pregressa che assicura lettori? Esageriamo: ammazzare i propri genitori!

In pratica occorre avere tra le mani qualcosa di davvero straordinario che talvolta no, non è la storia che si è scritto magari con grande fatica. Oppure, e siamo sempre fuori dall’ordinario, l’arcinoto colpo di chiul. Nessuno rosicamento, davvero, io riconosco il vero talento di autori che ce l’hanno fatta semplicemente scrivendo, come Fabio Genovesi, e sono indubbiamente più bravi di me. Probabilmente io quella storia eccezionale non l’ho scritta. In più adesso il panorama è completamente cambiato rispetto ai suoi esordi avvenuti neppure così tanto tempo fa.

Tutti scrivono, tutti vogliono emergere, tutti almeno all’inizio si illudono di avere l’arma vincente, poi fanno i conti con la piccola casa editrice che ce la mette tutta ma fa quel che può, il libraio che ti caccia in un angolo, l’editore digitale che è il nuovo che avanza ma per molti rimane oscuro, il sovraffollamento, i non lettori, e nel giro di poco tempo ci si balocca in bilico tra soddisfazioni (il libro però piace!) e delusioni (ah, non lo tenete…)

Poi c’è Amazon, una sorta di mondo parallelo dove sei in classifica per qualche giorno più in alto di Ken Follett, arrivi persino primo, ma al supermercato il tuo libro continua a non esserci e allora non sei nessuno.

E fuori ci sono infinite Val di Mello da esplorare, tempo risicato, concentrazione ancora meno, bimbi da accudire, neuroni in sciopero, cene da pensare, lavori veri da portare avanti. E come dice la cara Tenar ogni pubblicazione è già un miracolo.

Dopo il post sul raggiungimento dell’editore Big tutto si è bloccato, non posso dire di più. In effetti io mi esalto facilmente e magari parlo pure troppo presto, per cui sono ancora qui a cercare squarci, senza tornare a fare la lagna ma con reale pragmatismo.

In ogni caso se Enrica La formica rimanesse esclusa per l’overbooking sarebbe un vero peccato. Non lo credete anche voi?

Grazie a Roberto Ghizzo che mi colora i sogni ed è sempre squisito                                                 

18 pensieri su “Overbooking editoriale

  1. Enrica la formica la voglio prima che la pupattola diventi troppo grande, quindi che gli editori si sbrighino, che diamine!
    Per il resto possiamo solo provare a scrivere qualcosa di talmente straordinario che non possa essere ignorato.

    • Ci proviamo sempre, cerco anche di essere lucida nel valutarne i risultati. Tipo Enrica La Formica grazie a Roberto è davvero un lavoro meritevole, gli illustrati almeno hanno il vantaggio che basta un’occhiata per farti un’idea del contenuto. Ma coi romanzi? Oggi appunto mi parlavano di “manco guardati”, “no” d’ufficio. Tristezza.

  2. Sai mi tornano alla mente certi discorsi fatti in fiera. La meritocrazia a volte è un miraggio, però io sono sempre dell’idea che il destino prenda strade sconosciute per arrivare dove è meglio arrivare… guarda Enrica la formichina, direi che tutto il male non è venuto a nuocere, mi pare davvero un piccolo capolavoro di cui essere in prima persona soddisfatta tu.
    Esiste un solo metodo. Mettercela tutta, ma proprio tutta l’energia che si ha. E io l’ho vista l’energia che hai.

    • Grazie davvero Nadia per le tue parole tanto care. Per quanto riguarda Enrica, sì, tocca riconoscere che è davvero il top e migliore di Martina La Formichina, per cui davvero sono soddisfattissima, è un gioiello che mi intenerisce e con l’illustratore si è creato un bellissimo feeling.

      • Super evviva, e vedrai che seguendo Enrica usciranno bellissime sorprese, perché da un progetto così bello non potrebbe essere altrimenti!

  3. Semplicemente occorre spiegare ai lettori, quelli che leggono pochissimo, che quello che trovano in libreria non è il meglio che si può pubblicare, ma solo quello più FACILE da pubblicare e vendere. E’ quello che ho detto a mia sorella quando se n’è uscita sconsolata da una libreria di catena dicendo che, a parte le copertine esaltanti, alcuni libri visibilmente fotocopie di altri, non ha trovato nulla che la ispirasse davvero.
    Spesso nei blog si tratta questi temi, ma non arrivano ai lettori, sono ancora convinti che del prezzo di copertina il 90% vada all’autore. E dato che anche l’editoria è un mercato, sottoposto a legge di domanda e offerta, occorre istruire la domanda per generare/costringere una migliore offerta. E chi altri non dovrebbe farlo se non l’autore stesso?

    • Cara Barbara, sottolinei un aspetto importante. il fatto che il luogo deputato all’incontro tra la domande e l’offerta cioè la librerie non è in realtà il posto dove trovare appunto il meglio, E’ come andare al mercato più grande e importante della città e trovare prodotti di seconda scelta. Io sono secoli che vado in libreria con le idee già fatte altrove (intenet) di cosa compare, cioè vado a colpo sicuro, non è più un posto dove scoprire le letture ma solo dove rifornirsi. E chi invece non bazzica blog e fiere si ritrova con una proposta insodisfacente. Noi autori ci impegniamo a cambiare gli scenari, ma non è facile raggiungere chiunque. Bacione

  4. La serie di fattori che prescindono dal nostro controllo di autori è lunga. Correre dietro alle varie voci della lista rischia di essere frustrante se va bene, omicida rispetto alla scrittura se va male. Sto mettendomi tranquilla, ecco cosa. Preferisco stressarmi per elaborare la traccia della nuova storia, o scriverla. che stressarmi a pensare all’ambiente poco favorevole cui la proporrò quando sarà pronta. Peace! Il mondo è pieno di Val di Mello. 🙂

    • Ciclicamente io ci casco con questi pensieri, purtroppo, anche se in questo caso supportati da alcuni fatti. Però sta sera mi sono arrivate nuove tavole di Enrica ed è una festa. Inizia l’estate eh, cara Grazia, godiamocela.

  5. Ho un’amica che abita nei pressi della Val di Mello, e ci sono stata almeno tre volte! Luoghi davvero rigeneranti… Se non sbaglio bazzichi anche in quel di Morbegno, vero?
    Enrica la Formica è adorabile!

    • Giusto, ricordi bene. Ho la casa delle vacanze ad Andalo Valtellino che sta a meno di 10 km da Morbegno per cui ci si va spesso, è il centro grosso più vicino, seppure piccolina e poi è davvero deliziosa nel suo centro storico. Hai visto le foto della Val di Mello, 2 post sotto questo? Grazie.

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