# I miei primi pensieri – il ritrovo delle sessantottine di Musocco

Qualche settimana fa a una tipa del quartiere dove sono nata e ho abitato per 20 anni è venuta l’idea di un raduno di tutte noi che quest’anno festeggiamo il mezzo secolo. Non solo quindi le compagne di classe elementari medie, ma proprio i coscritti come si usa fare nei paesi, mia mamma l’ha fatto per anni in Valtellina, altri la chiamano “la leva”, “la classe” insomma ci siamo capiti. Solo donne, noo, nel senso io temevo si verificasse l’effetto pollaio e infatti. Felice comunque della cosa, in fondo sono una nostalgica e quel quartiere ce l’ho nel cuore avendolo tra l’altro lasciato controvoglia per uno sfratto, mi sono ritrovata in un gruppo e i gruppi su whatsApp sono il male. Perché poi c’è chi si ritrova e attacca a parlare a due, che allora trasferisci la conversazione nella chat privata no? E POI Boh, la domanda era sempre quella “sposata? Figli?” va bene eh normale curiosità non che io ne sia priva, ma LA DOMANDA LA GRANDE DOMANDA se non ti vedi da almeno 30 anni per me è un’altra. Il fulcro vero della questione non è neppure la realizzazione come mamma, donna, professionale ma essere diventate davvero quelle donne che nel moment in cui abbiamo cominciato a pensarci su, avremmo voluto essere. Perché se io non ho realizzato i miei sogni, a parte il matrimonio, per il resto sono la persona che avrei voluto essere, diventare, una volta terminato quel processo di crescita che forse non si arresta davvero mai. Io si e lo sono nel mio intimo, quando mi confronto con quella che ero e con la me stessa scevra da menate e condizionamenti sociali, quando va bene uguale senza andare dal parrucchiere quando penso nel profondo a quella che sono, a come affronto le situazione, la gente, i drammi. Questo è quello su cui vorrei ci si tendesse, condito ma certo da risate e ricordi su noi bambine con i codini e le polacchine. E avrei pure avuto la curiosità di vedere se quei bimbetti e ragazzini simpatici hanno mantenuto premesse e promesse diventando uomini interessanti, invece no, manco invitati. E poi parte tutta una roba tipo “centro benessere?” “weekend al mare?” proposte senza senso, che se non ti vedo da 40 anni magari prima di trascorrere 2 interi giorni con te ci penso un pelino. Vedremo, per ora ho silenziato il gruppo, era uno sfacelo di suoni trinnn e spesso discorsi di cui mi fregava zero. Ho paura che si trasformerà in una vetrina, una gara al successo e i figli saranno la medaglia da portare in trionfo, da esibire e io trascorrerò la serata chiusa nel cesso chiamando disperatamente un taxi che mi porti via, naturalmente dopo aver spettegolato con le mie amiche attuali, non quelle del tempo che fu su quanto oh quanto sia invecchiata male proprio quella là che se la tirava tanto da ottoenne. Vedremo la curiosità c’è sicuramente, cosa dirò di me? Non so bene, sarò sincera e ho in mente di portarmi una foto dell’orso in cui è venuto particolarmente bene.

Tempo di scrittura 10 minuti, solite regole ormai note.

In realtà il pezzo aveva intenti ironici, poi è stato anche bello chiacchierare privatamente con un paio di compagne ritrovate (una delle elementari, l’altra delle medie) che non vedo da direi 30/35 anni tutti.

E voi, avete partecipato a qualche rimpatriata?

23 pensieri su “# I miei primi pensieri – il ritrovo delle sessantottine di Musocco

  1. Sì ho partecipato a diverse rimpatriate, negli ultimi anni circa tre. Quella però che dura e ormai va avanti è quella con un gruppo di amiche (femmine con gruppo WhatsApp) con cui da tre anni ci vediamo una volta al mese circa, ogni tanto organizziamo anche qualche gita fuori porta di un giorno. Devo dire che questo gruppo mi piace molto, frequentavamo la stessa compagnia a vent’anni, poi ci siamo perse di vista per qualche anno. Con loro c’è un bellissimo feeling, abbiamo percorsi di vita diversi, chi ha figli, chi no, chi ha divorziato e chi ha un matrimonio solidissimo, però nel cuore siamo ancora quelle “ragazze” di allora.

    • Quindi il tuo gruppo che è rimasto è quello della compagnia, non della scuola. Bello quello che dici del feeling, sicuramente vi trovate molto bene insieme se state continuando e le amicizie di così vecchia data hanno davvero un gran bel sapore!

  2. Nel 2005 abbiamo fatto il decennale dalla maturità, io ho potuto partecipare solo all’aperitivo perché ero reduce da un tamponamento, con collare per un mese, e dunque al soldo di un accompagnatore. Non me la sono sentita di andare anche al pranzo, mi era stato consigliato riposo. Allora eravamo ancora giovani e dunque la “gara” è scattata sul guarda come sei diventata (se alle superiori eri grossa e brufolosa, presente!), cosa hai studiato, ti sei laureato, che lavoro fai, fidanzato importante. In ogni caso c’era metà classe, quella dei voi medio-bassi. Stranamente i voti alti, le secchione, non hanno voluto presenziare. Al ventennale qualcuno aveva rilanciato l’idea, ma eravamo ancora meno di metà.
    Nemmeno due settimane fa, e trovate la foto d Facebook, siamo riusciti a trovarci con la classe delle elementari, i magnifici 9 (6 femmine e 3 maschi, eravamo in pochi perché scuola di periferia, poi chiusa). Forse qualcuno, soprattutto femmine, ha partecipato per la solita gara (io poi sono arrivata giusto giusto ai portafogli aperti sulle foto dei pargoli… come se una donna avesse solo quello da realizzare nella vita), ma poi abbiamo tirato fuori le vecchie foto, delle recite, dei carnevali, dei compleanni e giù a ridere come scemi! Io ad esempio non ricordavo che un mio compagno un giorno tutto contento era arrivato in classe con un “tesoro” nello zaino: “Maestra, guarda cosa abbiamo trovato ieri con mio nonno!” Era una bomba inesplosa della prima guerra…
    Immaginatevi il dopo! 😀
    Si sono lamentati che non ho Whatsapp, però abbiamo gestito comunque la comunicazione con Messenger e avevano il mio numero. Questo mi ha evitato “rumore” inutile. Ora stiamo provando con il ritrovo delle medie, ma non vedo la stessa volontà… Ho pensato che forse con l’età le amicizie cambiano, o l’innocenza se ne va, e quindi non c’è lo stesso legame.

    • A livello curiosità mi piacerebbe con elementari, medie e superiori, che la mia è stata una scuola 3 + 2 anni quindi con entrambe le classi. Secondo me il legame dipende da fattori alchimici, per esempio la classe del triennio delle superiori era legatissima ma non ha saputo mantenere alcun contatto. Per quanto riguarda elementari e medie, alcune mie compagne delle elementari sono state in classe alle medie con mia sorella e viceversa, sto parlando di 4 sezioni per le elementari, + la scuola privata delle suore stesso quartiere e 5 sezioni delle medie, tanta gente davvero e in proporzione ora nel gruppo siamo in 16 per cui davvero poca roba. Anche tu noti che si trasforma in un vanto, esibizione, la solita gara, come la definisci tu, ed è lì che mi chiamo fuori (un paio di frasi a effetto le ho già lette nel gruppo).

  3. Mai provato. Da un lato sono tentata dall’altro no. Però incontro spesso le mie ex compagne di scuola superiore e le trovo sempre uguali ma a parte qualche chiacchiera veloce, non abbiamo mai provato con la rimpatriata. Anche con i compagni delle medie abitando tutti nello stesso posto ci si vede quasi quotidianamente. Ecco perché nemmeno in questo caso…
    Però credo sia molto difficile riprendere i rapporti se si sono interrotti da tanto. Sono proprio curiosa di sapere come andrà nel tuo caso.

    • Se si sono interrotti i rapporti, un motivo c’è. Nel mio caso ho cambiato diverse case e a 20 anni appunto ho lasciato il quartiere, trasferendomi fuori Milano, per 10 anni, gli anni importanti in cui si inizia a lavorare ecc per cui è stato inevitabile e per me doloroso, l’ho vissuto come una lacerazione. Alcune abitano ancora in quartiere, altre sono tornate nel tempo. Però il numero di chi ha dato la disponibilità è davvero esiguo a pensarci bene, tralasciando i maschi stiamo parlando di un gruppo teoricamente di 75 donne circa, siamo quindi al 20%. Sicuramente vi racconterò ancora. PS. le persone se le vedi regolarmente le trovi uguali perché il cambiamento è graduale, ma ritrovarle da ragazzine a donne ehm mature sarà un colpo!

  4. Ciao Sandra, non ci crederai ma non ho mai partecipato a rimpatriate con queste caratteristiche, anzi confesso che le evito come la peste! Se sono 40 anni che non ti vedo un motivo ci sarà, no? In secondo luogo io vivo da sempre fuori dal concetto borghese di buona riuscita nella vita e mi tengo alla larga da inutili gare di qualunque genere su qualunque topic. Figli non ne ho ma vai a spiegare che è stata una scelta libera, che io non avevo bisogno di aggiustare nessun matrimonio, far felice mia madre, né entrare alla grande in società e molto altro. Le cose in cui credo e ho realizzato appartengano a quella piccola parte di persone che frequento, sento, anche raramente, ma che ci sono. Non ho certo il problema di stare una serata in compagnia, che poi magari, come hai fatto tu, due persone vere le trovi per stare bene davvero. Il tema per me è sempre uno solo : io guardo avanti, guardo oggi. Se qualcosa del mio passato doveva vivere è vissuto, il resto se è sopito non è certo un caso. E poi io i gruppi WhatsApp li aborro 😘

    • Tu cara Elena, centri in pieno il problema dell’omologazione, dello stato sociale, per cui la vita di ognuno dovrebbe muoversi su tappe prestabilite. E dici “vai a spiegare” ecco non ho voglia di dare spiegazioni, ci sono cose implicite, viste troppe volte, per cui alla mia affermazione “non abbiamo potuto avere figli” segue quasi sempre la proposta “adottarli?” guarda è umano eh, magari un semplicemente prova a dare un consiglio, e tocca dire “no, abbiamo percorso anche quella strada senza successo!” Poi magari le cose andranno diversamente, lo spero!

      • L’adottarli esce per ignoranza Sandra. Purtroppo chi non ha nemmeno lateralmente avuto a che fare con la procedura, è convinto che adottare sia semplice e che ci sono tanti bambini che hanno bisogno. Quando gli spieghi dati alla mano (e pure articoli sull’Espresso) che no, non è così, anzi dietro c’è pure un certo business, si rendono conto della triste realtà.

  5. Cara Sandra, io in genere non amo le rimpatriate, e il problema credo sia un certo distacco dal passato. Sono una abituata a concentrarsi sul presente e preferisco di gran lunga la prospettiva futura, guardare avanti. Questo per motivare la mia antipatia per le operazioni nostalgia. Detto ciò ho un bel ricordo degli ex compagni di scuola, se capita di incontrarli è sempre un bel momento. Anche per la presentazione del libro, ho “sguinzagliato” un’amica di liceo per rintracciarli. Chissà se verranno 😉

    • Il distacco dal passato è una soluzione ottimale, davvero, concentrarsi sul presente, cerco di farlo da un po’ di tempo, da quando appunto mi sono resa conto che il passato porta le classiche 2 R rimorsi e rimpianti, e il futuro chi lo sa? Troppi programmi vengono sempre disattesi. Quando esce il tuo libro? Hai già una data?

  6. Nessuna rimpatriata per me e un po’ me ne dispiace. Rivedrei volentieri i compagni del liceo. Certo, le amicizie vere non si perdono. Le mie amiche più care sono tali dall’asilo, addirittura, con tutta una vita in mezzo, compreso un cambio di città quando avevo solo 8 anni (ma, come ho detto loro qualche giorno fa, non è facile liberarsi di me). Mi piacerebbe comunque rivedere i compagni che non ho più sentito, anche se il rischio pollaio esiste.

    • Sì le amozioni a riguardo sono ambivalenti, le amicizie possono durare oltre i traslochi, ma se anche ci si è persi di vista non è detto che un sentimento comunque bello sia rimasto e si verifichi una bella serata.

  7. L’anno scorso erano i nostri 30 anni dal diploma, allora un mio compagno di scuola (tra l’altro il mio primo fidanzatino) ha creato un gruppo su Fb e uno su wapp. Ci siamo sbizzarriti con foto d’epoca e ricordi e abbiamo cercato di organizzare un incontro: Natale? Pasqua? Estate?
    Siamo tutti sparpagliati in Italia e vederci è un’impresa ciclopica. Lo è tanto che è passato un altro anno, i post su Fb si sono diradati, su wapp mandiamo solo auguri di compleanno e ancora speriamo di incontrarci. Neanche la buona volontà…

  8. L’anno scorso mi scrive una mia amica d’infanzia in whatsapp, ogni tanto ci scambiamo qualche messaggio, mi chiede se voglio entrare nella chat della nostra classe elementari/medie. Ti prego no. Io non ce la posso fare. Con chi mi voglio vedere mi incontro già, se ho persi di vista gli altri, una ragione ci sarà stata!

    • Oggi ho silenziato di nuovo il gruppo, perché ero fuori casa e non volevo essere disturbata, a un certo punto guardo: 35 messaggi, di cui la maggior parte inutili, nel senso c’erano tre date al ballottaggio, va bene tocca esprimere una preferenza, ma cosa diavolo c’entra proporre altri giorni, o dire perché diavolo un certo giorno non si può esibendo impegni altisonanti quali trasferte lavorative (che significano carriera nel sotto testo) volontariato e altre menate? Dite sì o no e finiamola.

  9. io le ho sempre evitate come la peste sulla base del ragionamento “se ci siamo persi di vista un motivo deve esserci”. poi di recente a un compleanno mi è capitato di rivedere dei vecchi compagni di scuola e non è stato per niente male! dal gruppo whatsapp di classe sono uscita, ma non conta, io esco da tutti i gruppi molesti!

    • La mia voglia di andare è in caduta libera, a parte che a conti fatti di mie compagne delle elementari ce ne sarà forse una, non di più. Non c’è ancora la data sicura, oggettivamente se il giorno prima mi prende male, non mi faccio grossi problemi a tirarmi indietro.

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