# Le otto montagne – Impatto

Domenica dopo pranzo abbandono il libro che sto leggendo, che per fortuna è diviso in racconti lunghi per cui non mi tocca troncarlo brutalmente, scarico Le otto montagne, e riluttante inizio a leggerlo.

Mi sta sulle scatole non aver finito il romanzo in lettura, ma prendo molto a cuore il blog per cui non ho alternative e questo è motivo del malumore che unito alla aspettative altissime “è un premio Strega” fa si che Cognetti abbia un compito difficilino, è una sorta di sfida tra me e lui. Devo proprio leggerti? Cerca almeno di non farmi rimpiangere il tempo speso con te!

Dopo poche pagina sono dentro la storia, apprezzo la scrittura secca, senza fronzoli o divagazioni. La trama mi era nota ed riassumibile in poche parole: l’amicizia tra un ragazzino di città e un coetaneo che vive in un paesino sul Monte Rosa. Punto, sullo sfondo, ma si capisce subito che sarà la vera protagonista c’è lei, la montagna. Molti passaggi descrittivi di torrenti, pietre, piante e cose così mi incantano, ritrovo i monti che conosco, nonostante io non sia una vera montanara perché in realtà ho sempre vissuto più di fondovalle. C’è la mia generazione, i protagonisti sono nati pochi anni dopo di me, c’è la Milano degli anni ’70, che conosco e Cognetti descrive con una precisione fatta di poche parole messe lì in maniera chirurgica in modo da consegnarla al lettore come una cartolina ritrovata in fondo a un cassetto. E poi c’è il padre, il padre mi ammazza, una figura paterna che diventa emblema di rapporti complicati, amore gestito a fatica, sentimenti trattati male, silenzi, vicinanza e lontananza.

Così quel primo giorno, nonostante il pomeriggio trascorso fuori e la serata passata davanti alla tv (c’è Masterchef) arrivo a leggere il 32%, che il Kindle fa sta roba di dirti la percentuale. Non è un romanzo lungo, ma lo divoro letteralmente. E lunedì ci penso, non vedo l’ora che sia sera per riprenderlo e annegare. E non è desiderio di sapere come va a vanti, non m’interessa tanto, si parlerà ancora di montagna, i ragazzini presumo cresceranno, ma è voglia potente di ritrovare quelle emozioni che Cognetti mi pare bravissimo a restituirmi.

Martedì mi porto il Kindle in ufficio per poter leggere in pausa pranzo. Ci sono delle parti che emotivamente mi stanno coinvolgendo moltissimo, il rimorso delle cose che non sono state è lo stesso mio e la lettura diventa sofferenza, ma anche sollievo per l’universalità di un sentimento che non è solo mio.

Sospiro. Due cose più tecniche. Non ci sono sottotrame, e questo è un dato di fatto, la seconda linea narrativa non esiste, la storia è una e una sola. Tutto sommato è una costruzione lineare, credo che la magia stia nella scelta lessicale, che crea uno stile che definirei struggente. Due sbavature: la madre è un’assistente sociale o qualcosa di simile e se ne sta due mesi in ferie in montagna, ora non è un libro di grandi spiegazioni, i fatti sono quelli e Cognetti non sta tanto lì a dirci il perché e percome, va bene, ma in questo caso o mi dici che è precaria o come cavolo fa a non lavorare tutto luglio e agosto? Il voto con cui uno dei ragazzini “esce” dalle medie è discreto. No, mi spiace, ma discreto non esisteva, erano (se lo siano tutt’ora non lo so): sufficiente, buono, distinto e ottimo. Lo ricordo perfettamente anche perché si sentiva proprio la mancanza di un voto intermedio, come discreto, tra sufficiente e buono. Non sono dettagli che inficiano, ma noi che siamo aspiranti scrittori ci chiediamo in questo caso, o almeno me lo chiedo io, dove sia l’editor in Einaudi. Anche l’argomento è abbastanza trito, il colpo di scena del capitolo 7 è gestito malissimo e si intuisce subito dove il racconto andrà a parare eppure questi elementi non danno fastidio, vengono perdonati perché nell’economia della storia c’è ben altro su cui puntare lo sguardo. Le otto montagne non sente il bisogno di percorrere vie articolate per arrivare lontano e dimostrare di saper fare “bella scrittura”, non conosce l’autocompiacimento ma risponde a ciò che sempre per noi aspiranti è la grande questione narrativa: il conflitto. Qui è generazionale, è uomo contro montagna.

In definitiva, l’avrete capito, l’impatto è ottimo, e non posso che ringraziare Marina per aver proposto questo titolo che, altrimenti molto probabilmente non avrei mai deciso di leggere!

Attendo le opinioni di chi si è unito a questa lettura collettiva. Grazie a tutti.

27 pensieri su “# Le otto montagne – Impatto

    • Avevo scritto che avremmo cominciato nel weekend o subito dopo. In ogni caso ognuno legga col proprio ritmo, altrimenti diventa un obbligo e i piacere se ne va. Il post rimane qui per commenti anche più avanti. Grazie.

  1. Non so se riesco ad accodarmi alla lettura, troppe attività si stanno accavallando. Però grazie della tua attenta analisi. Ti confermo che il voto era Distinto, perché è quello che ho avuto io al termine degli esami delle medie. 😉

    • Allora scusatemi perché ho dato per scontato che questa frase:
      Se vi va bene possiamo cominciare l’ultimo weekend di settembre, dal giorno 23 a scelta, anche posticipando ai primi giorni della settimana successiva. Il 27 settembre arriverà il primo post con le impressioni suscitate dall’impatto.
      Nel post del 13 settembre costituisse il via e non ho aggiunto altro.
      Buona lettura.

  2. Wow. Che lettrice attenta e sincera sei. Al momento ho in lettura un libro piacevole che sto gustando, ma dopo la tua opinione sulle otto montagne ho ancora più voglia di acquistarlo. Soprattutto ora che posso tenere conto delle tue osservazioni, non solo da lettrice ma da persona a conoscenza di come si scrive.

  3. Purtroppo non potrò partecipare, ma già da quello che scrivi mi sembra di leggerlo insieme a voi!
    Per le ferie, una collega di mio marito (tre figli) sta via tutta l’estate, semplicemente gliele concedono. Che culo! (Scusa il francesismo) Immagino siano non pagate.
    Tu sai chi è l’editore di Cognetti? Altrimenti te lo spiffero… ahahah!
    Un bacione, Francesca

    • Per le ferie, che dire? In 29 anni di lavoro ho fatto una sola volta 3 settimane di fila, e un’altra 4 (in questo caso non fu una mia scelta ma me lo impose l’azienda perché avevo troppo arretrato) altrimenti mai più di 2, quindi che culo sì sì sì!
      Non so chi è l’editor di Cognetti, per cui spiffera pure. Grazie. Un bacione a te!

  4. lettura attenta e precisa come si conviene quando si legge qualcosa per poi mettere nero su bianco. Se hai notato quelle tre manchevolezze, vuol dire che saltano agli occhi e si notano. Sciocchezze dirà qualcuno, ma per me sono bucce di banana. Non intendevo leggere il romanzo, né ho cambiato idea dopo la tua bella recensione. Non conosco i motivi ma non mi stimola.
    Comunque brava nell’esprimere la tua opinione

  5. Ciao Sandra, ti seguo spesso e sono stata molto contenta quando tra le 2 letture proposte é uscito il romanzo di Cognetti: é uno scrittore che amo, per la sua precisione, per la pulizia delle frasi che peró non dimentica la poesia…la storia forse non é molto originale, ma é raccontata bene, e la montagna sembra vivere quanto e forse piú dei personaggi.
    Sono curiosa di scoprire le vostre opinioni, seguiró questo dibattito.
    Nika

    • Ciao Nika, grazie di essere qui. Io non avevo ancora letto nulla di Cognetti e hai proprio centrato in pieno quando dici “pulizia delle frasi che però non dimentica la poesia” questa è la sua cifra stilistica molto precisa, poetica appunto senza essere sdolcinata. Allora ti aspettiamo per le prossime tappe.

  6. Non so se lo leggerò, forse più avanti, per il momento ho appena cominciato un libro di Carofiglio e mi sono già appassionata alla storia. Mi sembra da quello che scrivi che Cognetti non ti abbia deluso (nonostante il voto “discreto” alle medie che ricordo bene anch’io non esisteva). Un bravo autore deve catturare il lettore al di là della storia e Cognetti probabilmente lo fa bene.

    • Allora, io ehm l’ho finito ma non anticipo nulla. L’idea è di pubblicare il prossimo post sabato e poi chiamare in qualche modo a raccolta chi lo sta leggendo e aspettare che tutti abbiano concluso per pubblicare il post di chiusura con le considerazioni finali e globali. Buona lettura, secondo me ti piacerà, se ben ricordo tuo padre è un alpinista.

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